Ormai da anni le canzoni di De André trovano spazio nelle antologie scolastiche di letteratura del Novecento, accanto ai componimenti di "mostri sacri" come Pascoli e Gozzano, Ungaretti e Montale. La cosa, da un lato, ha fatto storcere il naso a tanti puristi, ma dall'altro ha riscosso entusiastici consensi fra coloro (anche uomini di lettere, come ad esempio il critico Lorenzo Renzi) che colgono più "poesia" nei nostri cantautori (i migliori, ovviamente) che non fra tanti sedicenti poeti (i peggiori, soprattutto).
Eludendo l'irrisolta e in fondo vacua querelle sul rapporto tra canzone d'autore e poesia "alta" - che lo stesso De André preferiva evitare con raffinata ironia* -, vorrei limitarmi a segnalare oggettivamente alcuni punti di contatto fra le due forme espressive in questione. In tal senso, ritengo si possa tranquillamente affermare che, fra tutti gli elementi che caratterizzano la poesia, di fondamentale importanza - oltre ovviamente al livello semantico - è la musicalità, originata dal ritmo, dalle pause, dagli enjambements, da espedienti fonici come rime, assonanze, paronomasie, allitterazioni, onomatopee, ecc. Vi è una tale affinità tra poesia e musica che anticamente i poeti (dai cantori greci ai trovatori provenzali) accompagnavano la lettura dei loro versi col suono di una cetra, di una lira o di un liuto. L'intrinseca musicalità della produzione poetica è del resto evidenziata dal nome di alcuni componimenti poetici - quali il sonetto, la canzone, la ballata - e dal titolo di celeberrime raccolte liriche come il Canzoniere di Petrarca (ma anche di Saba) o i Canti di Leopardi. L'affinità tra poesia e musica è appunto rintracciabile anche nella canzone d'autore, la quale - al di là dell'irrinunciabile supporto musicale - si serve di molti espedienti che appartengono alle tecniche e alla struttura della poesia, quali il verso, le rime, le assonanze, le diverse figure retoriche (metafora, iperbole, similitudine, ecc.). Tutto ciò in nessun altro nostro cantautore (eccetto forse Francesco Guccini) risulta evidente quanto in Fabrizio De André, il quale - come ha finemente osservato Roberto Cotroneo - "ha scritto pensando alla musica, ma non ha nulla da temere dalla pagina muta di un libro. I testi sono scritti con la musica. Non per la musica". ** L'opera di De André è stata finora analizzata, essenzialmente, da due prospettive diverse: una volta a enuclearne i temi centrali e le loro linee di sviluppo nel tempo; l'altra fondata sulla lettura delle singole raccolte, con rari e comunque troppo rapidi richiami ad altri luoghi. La prima angolazione risulta probabilmente più efficace in ambito metodologico, ma implica d'altra parte un ritorno periodico sugli stessi dischi e quindi una certa dispersività nella ricerca, se non nel discorso. La seconda appare indubbiamente più adatta per cogliere l'evoluzione stilistica e ideologica del nostro autore ma, appunto, comporta l'esclusione di consistenti raffronti diacronici e determina quindi una visione più statica a livello di microanalisi. Un pregevole esempio della prima impostazione, col concorso di vari autori, è offerto dal libro Fabrizio De André. Accordi eretici a cura di Romano Giuffrida e Bruno Bigoni (Euresis Edizioni, Milano, 1997). L'altro taglio è invece seguito da Doriano Fasoli, Passaggi di tempo. Da Carlo Martello a Prinçesa (Edizioni Associate, Roma, 1999) e, più recentemente, da Matteo Borsani e Luca Maciacchini, Anima salva (Tre Lune, Mantova, 2000). La lettura dei saggi citati, eventualmente integrata da altri (cfr. la Bibliografia), può aiutare a cogliere in modo più approfondito l'abilità tecnico-stilistica e l'elevato spessore etico e intellettuale delle canzoni di Fabrizio. Qui ho pensato, poiché in fondo le canzoni si ascoltano una alla volta, di agevolare la ricerca elencandole in ordine alfabetico, senza alcuna pretesa di sistematicità e organicità. NOTE
ATTENZIONE Nell'indice alfabetico riportato qui sotto, si può cliccare sul titolo della canzone prescelta per leggerne alcune note d'autore e/o citazioni critiche. Sono disponibili analisi testuali personali, con valenza - mi auguro - anche didattica, indicate con *. |