• È un testo recitato sulla musica e risente della vena visionaria di Massimo Bubola.
    La vicenda si riferisce al naufragio della London Valour, una nave da carico filippina inabissatasi nel '70 al largo di Genova con tutto il suo equipaggio, dopo che non era riuscito il tentativo di portarlo in salvo tramite una rudimentale teleferica.
    Tra i personaggi, quello che colpisce di più è "il macellaio mani di seta che ha un grembiule antiproiettile tra il giornale e il gilè", nel quale è possibile rivedere, per l'ultima volta, l'immagine del trasformista, del doppiogiochista tranto preso di mira.
    Matteo Borsani – Luca Maciacchini, Anima salva, Tre Lune, Mantova, 1999, p. 116]


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    La chiave è nell'ultimo verso della seconda strofa: "Il paralitico ride con gli occhi al circo Togni quando l'acrobata sbaglia il salto". Assistevamo soprattutto in politica al trionfo della mediocrità, dell'opportunismo, dell'arroganza, della superficialità, della maldicenza. Oggi, purtroppo, molti di questi non vengono quasi più considerati sentimenti negativi, merito della tv in generali e deireality show in particolare. La mediocrità portata a paradigma purifica e conforta. (...)
    L'immagine è un riferimento a Uomini e topo di Steinbek. Anche le persone apparentemente più innocue, fragili e sfortunate, possono commettere atrocità indicibili. Il paralitico tiene in tasca un uccellino blu cobalto e lo tormenta in continuazione come fosse un portachiavi.
    Io e Fabrizio volevamo sfatare certi luoghi comuni. Il paralitico era uno dei tanti spettatori gaudenti che guardavano i marinai morire tra i flutti. Non ci sono solo giurie frontali e assassini con il marchio doc.
    Dostoevskij ci ha insegnato che bisogna guardare oltre le apparenze e che il bene e il male non sono così identificabili come in certi brutti film dove si intuiscono trama e personaggi fin dalla prima scena.
    [Massimo Bubola, in Massimo Cotto, Fabrizio De André raccontato da Massimo Bubola, Aliberti, Reggio Emilia 2006, pp. 52-53]


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    Un brano di poesia analogica e imagista, che mette alla prova le capacità interpretative di chi ascolta, costruito com'è sulle associazioni di immagini, sulla concatenazione di figure comprensibili solo entrando nella dimensione parallela della poesia.
    [Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, Edizioni Associate, Roma, 1999, p. 212]