È una filastrocca nella quale il cantante, accompagnandosi con la chitarra, è affiancato da un coro di bambini che risponde alle sue domande. La canzone divenne uno dei manifesti contro la guerra ed ebbe molta fortuna. In un mondo sconvolto dalle bombe e dai lutti non c'è più posto per far giocare i bambini, che alla fine si devono rassegnare a giocare essi stessi alla guerra, continuando il loro girotondo, fino ad una follia sfrenata e disperata resa, sul finire sfumato del brano, dall'effetto di nastro accelerato.
[Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, p. 44]


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La filastrocca dei bambini impazziti, unici abitanti della terra dopo lo scoppio della bomba.
[Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, Edizioni Associate, Roma, 1999, pp. 118-119]