Testo diventato celeberrimo, richiama immediatamente i canti degli schiavi nelle piantagioni americane. (...) I campi sono nominati parecchie volte quasi a voler sottolineare il luogo abituale del protagonista di questa invocazione, che usa anche toni molto espliciti per il fatto che sulla terra non c’è giustizia e si sperimenta l’assenza di Dio. Per l’autore, amare vuol dire condividere la stessa condizione, ed è esattamente a questo che si vuole invitare Dio, pregandolo di abbandonare la pace distaccata delle stesse per salvare gli uomini afflitti dalle disuguaglianze socio-economiche: se ci hai regalato il pianto ed il riso, noi qui sulla terra non lo abbiamo diviso. In chiusura la prospettiva si capovolge e l’autore afferma che sarà lui stesso ad andare a cercare Dio.
[Matteo Borsani – Luca Maciacchini, Anima salva, Tre Lune, Mantova, 1999, pp. 33-34]


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È riempitiva perché non dice niente di nuovo, perché è proprio sottocultura e perché poi lo spiritual non è roba nostra. Bisognava finire un disco, che era scarso come minutaggio, e perciò ho scritto Spiritual. Allora i discografici, nonché la gente, ci tenevano molto alla quantità della musica che si faceva. Adesso fortunatamente si è più orientati verso la qualità, anche se questo dà diritto a vendere degli album dove c'è un pezzo e basta. Ma allora ci si teneva di più.
[Fabrizio De André, in Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, p. 61]