È il riepilogo dei passaggi fondamentali della vita della protagonista, un elenco di gioie e sfortune incontrata nelle tappe delle sue varie metamorfosi: da bambino si trova ad assumere comportamenti femminili, poi da femmina malriuscita comme all'incanto dei desideri, tentando prima con mezzi chimici e in seguito attraverso una vertigine di anestesia chirurgica di assomigliarsi, di corrispondere a un profondo desiderio che la vuole donna. Per mantenersi esercita la professione più antica del mondo, finché per volere del destino si trasforma ancora, e per l'ultima volta, da prostituta nell'amante ufficiale di un avvocato. Questa è l'ultima metamorfosi; la musica, grazie anche e soprattutto a Ivano Fossati, accompagna questa evoluzione passando da tonalità maggiori a minori e sottolineando in quel martellare di cembali il miraggio della felicità, fino a ritornare all'infanzia brasiliana.
[Fabrizio De André, in Le mie note a margine, intervista con A. Gennari] Dai rumori della strada, in maniera secca e dirompente, si stacca la voce di De André per la presentazione di Prinçesa, il viado transessuale nato nella campagna latino-americana. L'apertura "per sola voce" presenta il lato esteriore del(la) protagonista, che si vende per vivere e reclamizza i suoi "prodotti": "sono la pecora sono la vacca che agli animali si vuol giocare". Una frase strumentale introduce il tempo di rumba sul quale si articola l'intero brano. Nel primo verso, "sotto le ciglia di questi alberi nel chiaroscuro dove son nato", si accenna già alla condizione ambigua toccata in sorte a Fernandino. Nella seconda sezione musicale (...) le due personalità si scontrano e, alla fine, prevale quella femminile. Sul finale le tappe salienti della vita di Prinçesa sono elencate dal coro in lingua portoghese. (...) Sull'ultima parola, viver, c'è il brusco arresto del brano: può dire di aver vissuto Prinçesa? O sta ancora cercando la propria vita? [Matteo Borsani – Luca Maciacchini, Anima salva, Tre Lune, Mantova, 1999, p. 156] Il primo marchio che la società imprime consiste nell'impartire un sesso unico e definitivo all'individuo senza tenere conto "del chiaroscuro dove si nasce", della complessità e del malinteso che accompagnano la vita di tante Prinçese. Nella cosiddetta diversità si cerca allora un riscatto, un modo per "correggere la fortuna" di fronte alla barriera delle classificazioni sessuali. E l'emarginazione può essere il prezzo che si paga per assomigliare al proprio desiderio o alla cultura, laddove il potere ti impone fin dalla nascita le stigmate di una cittadinanza, dell'appartenenza a una nazione magari in vista di un tuo eventuale futuro apporto in difesa dei suoi confini o nell'offesa di quelli altrui. [Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, p. 74] |