L'emarginazione deriva anche da comportamenti acquisiti da culture antichissime. Gli zingari girano il mondo da più di duemila anni, se vogliamo credere a Erodoto. Questi Rom, questo popolo libero è affetto da dromomania, cioè desiderio continuo di spostarsi. Non credo abbiano mai fatto del male a qualcuno, malgrado le strane dicerie; è vero che rubano - d'altra parte non possono rinunciare a quell'impulso primario presente nel DNA di ciascun essere umano: quello al saccheggio, di cui abbiamo avuto notizie in queste ultime amministrazioni - però non ho mai sentito dire che abbiano rubato tramite banca. Inoltre non ho mai visto una donna Rom battere un marciapiede. Girano senza portare armi; quindi se si doevesse dare un Nobel per la pace ad un popolo, quello Rom sarebbe il più indicato.
[Fabrizio De André, presentando il brano durante il concerto al Teatro Valli di Reggio Emilia, 06/12/1997] Se un giorno ci trovassimo a scrivere la storia della pace, non potremmo dimenticare gli zingari che, a parte la citazione che ne fa Erodoto, girano il mondo da oltre venti secoli senza armi. Il nomadismo di Khorakhané e di varie altre tribù del popolo rom comporta un'identità ridotta al nome, all'essenziale, un'identità intrisa di libertà, dove il controllo spetto soltanto alla famiglia: l'economia delle pulsioni, la riduzione delle cose a un principio unitario e assolutistico come lo Stato, nel movimento incessante, risulta impossibile. [Fabrizio De André, in Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, p. 74] Parla del popolo Rom e delle sue vicissitudini. Si condensano con abilità compositiva le storie degli zingari i quali godono di una ricchezza a noi sconosciuta [...]. La melodia [...] indica una compassione amorevole verso questa gente e il testo in romanes, cantato sul finale da Dori Ghezzi, la sottolinea. [Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, pp. 156-157] |