Come Laudate Dominum aveva aperto l'album, il coro di Laudate hominem lo chiude.
Su una musica che ben rende l'idea di una grande preghiera laica, il coro degli umili e degli straccioni giudica il potere colpevole di aver ucciso un innocente nel nome di Dio e di essersi assolto nel nome dello stesso Dio. Poi chiamò Dio quell'uomo e nel suo nuovo nome altri uomini uccise. Le tre strofe sono scandite da un'espressione quasi identica che ritorna tre volte cambiando soltanto il verbo voglio con posso e infine con devo: "Non voglio pensarti figlio di Dio ma figlio dell'uomo, fratello anche mio". [Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, p. 69] |