Il dottor Siegfried Iseman
Dissi, quando mi consegnarono il diploma,
dissi a me stesso che sarei stato buono
e saggio e coraggioso e caritatevole col prossimo;
dissi che avrei trasportato il Credo cristiano
nella pratica della medicina!
Ma, non so come, il mondo e gli altri dottori
subodorano ciò che si ha in cuore non appena si prende
questa magnanima risoluzione.
E il sistema è pigliarvi per fame.
Da voi non verranno che i poveri.
Voi vi accorgerete troppo tardi che fare il dottore
non è che un modo di guadagnare la vita.
E quando siete povero e dovete reggere
il Credo cristiano e la moglie e i figli
tutto sulla vostra schiena, è troppo!
Ecco perché fabbricai l'Elisir di Giovinezza,
che mi portò alla prigione di Peoria
bollato come truffatore e imbroglione
dall'integerrimo Giudice federale!
[Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River, traduzione di Fernanda Pivano]


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Il dottor Siegfried Iseman inaugura la cripta della scienza e muore due volte. Prima del corpo viene ucciso l'ideale, quello che per Lee Masters è la fede religiosa, per Fabrizio è il sogno puro di un bambino. E così il medico deciso a dare conforto a tutti si schianta contro la necessità della sopravvivenza, fino alla decisione ciarlatana di spacciare un elisir di giovinezza per rastrellare soldi: "E quando siete povero e dovete reggere il Credo cristiano e la moglie e i figli / tutto sulla vostra schiena, è troppo. / Ecco perché fabbricai l'elisir di giovinezza / che mi trascinò alla prigione di Peoria / marchiato come un truffatore e un cialtrone / dall'integerrimo giudice federale". Un medico è la versione di Faber su una musica soave di chitarra, introdotta da un esercizio domestico e geometrico al pianoforte: "Da bambino volevo guarire i ciliegi / quando rossi di frutti li vedevo cadere / la salute per me li aveva lasciati / coi fiori di neve che avevan perduti". Quando il bambino diventa uomo e dottore "vennero in tanti e si chiamavano gente / ciliegi malati in ogni stagione". I clienti si rivelano tutti morti di fame e il medico deve ingegnarsi per mantenere i figli e una "moglie che ormai ti disprezza / perciò chiusi in bottiglia quei fiori di neve / l'etichetta diceva: elisir di giovinezza". E così "un giudice, un giudice con la faccia da uomo / mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione / inutile al mondo ed alle mie dita / bollato per sempre truffatore e imbroglione, / dottor professor truffatore imbroglione". Con la chiusa del beffardo esercizio pianistico che rimanda ai patetici sogni infranti dell'infanzia.
[Federico Pistone, Tutto De André, Arcana, 2018, pp. 94-95]