cùmba (la colomba), cantata interamente in genovese con Ivano Fossati, è il dialogo tra il pretendente di una ragazza e il padre di questa, restio a cedere la mano della figlia. Il govane assicura: "la terrò a dondolarsi sotto la pergola del melograno / con la cura che ha della seta la mano leggera del bambagiaio". La spunta il ragazzo, ma il coro maschile, sul finire, prefigura il destino della giovane sposa, costretta a strofinare per terra col marito a zonzo.
[Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, pp. 162-163] Solo nell'isolamento delle remote province dell'Impero, dove i casolari sembrano naufragare nello sterminato concerto della natura, ci si può ancora mettere d'accordo. Lì l'autorità del controllo centrale non arriva, e fra gente semplice e comunque distante al punto che l'incontro viene vissuto con l'entusiasmo di un avvenimento, il contratto si può instaurare senza acrimonia seguendo la consuetudine di antichi rituali ricchi di rispetto e di grazia e quindi di poesia: la Cúmba volerà dal casolare del padre a quello dello sposo quasi di nascosto, senza lasciare segni di torti o di risentimenti. [Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, p. 76] Con dodici anni di ritardo arriva l'ultimo pezzo di Creuza de mä. Â cùmba, "la colomba" in genovese, è un irresistibile ritmo africano a tre canti, il primo affidato a Ivano Fossati che impersona il pretendente, il secondo al "padre" De André, il terzo a Dori, Luvi e Silvia Paggi che intonano il coro della gente rendendo la canzone ancora più etnica con quelle esclamazioni che sembrano provenire da un mercato di Ouagadougou: "Duv'ä l'é, duvä l'é, duve duvä l'é" (dov'è?), con la variante "Nu che n'é, nu ghe n'é, nu ghe nu ghe n'é" (non ce n'è). Accanto alle invenzioni di Naco che percuote tutto quello che gli capita a tiro e lo rende ritmo, irrompono improvvisamente anche i Kodo, popolare gruppo giapponese di tamburi taiko, e la canzone si trasforma in un ballo woodoo. Il testo (per i fuori Genova) è incomprensibile, per questo ancora più affascinante, e perfino Fossati riesce a renderlo leggero e prizzante, dando il suo meglio di tutto l'album e restituendo un quadretto delizioso tra un'atmosfera lirica con interventi socrapposti e una perfida commedia alla Gilberto Govi. Dopo un'estenunante discussione, un giovane convince il padre dell'amata ("la colomba") a lasciarla libera e concederla in sposa (...). [Federico Pistone, Tutto De André. Il racconto di 131 canzoni, pp. 204-205] |