È un dialogo tra Maria, il falegname e la gente.
Il ritmo è cadenzato e monotono, così che trasmette l'idea del battere del martello del falegname [...]. L'orizzonte è universale e il lavoro del falegname diventa una lente attraverso la quale si vedono le ingiustizie e gli orrori delle guerre ("Falegname costruisci le stampelle / per chi in guerra andò? / Dalla Nubia sulla mani a casa ritornò"). Alla fine il legno sembra quasi prendere vita e comincia a parlare per raccontare le storie e tragedie che si consumano su di esso. Si raggiunge l'apice quando il falegname svela a Maria che una delle tre croci che sta preparando sarà usata per crocifiggere suo figlio. La canzone riprende così la devozione, viva in tutto il mondo cristiano, per la croce. Il falegname non viene mai chiamato per nome: potrebbe essere un qualsiasi falegname e non necessariamente Giuseppe. D'altra parte questi non sarà più nominato nell'album e resterà una figura di secondo piano: un vecchio al quale è stata affidata la persona sbagliata al momento sbagliato, ma capace di accettare la cattiva sorte con tenerezza e bontà. [Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, pp. 66-67] |