Il tema della canzone è chiaro e inequivocabile, ed è la storia di un amore alquanto problematico (per non dire impossibile) tra una ragazza e un "bandito senza fortuna" (suggestivamente definito "marinaio di foresta"), costretto a vivere alla macchia. Lei è praticamente prigioniera della gelosia di lui, e quindi le è impossibile divertirsi o distrarsi o mutare condizione, dato che lui la spia continuamente ("tutta notte sulla quercia l'hai seguita in mezzo ai rami / dietro il palco sull'orchestra i tuoi occhi come due cani") condizionando, anche da assente o lontano, la sua vita...
Questo è il succo della canzone! Dopodiché l'oscurità di certe immagini non deve stupire più di tanto: in fin dei conti è una canzone scritta con Massimo Bubola, e l'ermetismo di Bubola è proverbiale. Si potrebbe ancora aggiungere che, tutto sommato, il bandito è in fondo è una delle tante "vittime di questo mondo", da sempre comprese e cantate da De André, fin dagli inizi della sua carriera. Basti pensare che La città vecchia, seppure incisa nel 1965, fu composta nel 1962, quando De André aveva solo 22 anni. Fransiska è la fidanzata di un bandito senza fortuna che resta imprigionata dalla gelosia dell'uomo. Gianfranco Baldazzi sostiene che il bandito è solo una vittima dell'ingiustizia sociale, dell'ignoranza e della povertà. [Matteo Borsani – Luca Maciacchini, Anima salva, Tre Lune, Mantova, 1999, p. 126] |