Queste pagine si pongono, per dirla con un ossimoro, la modesta ambizione di rendere accessibile "a tutti" la filosofia, vale a dire una disciplina generalmente ritenuta difficile, e persino (da molti che forse non la conoscono affatto, o comunque non abbastanza) noiosa ed inutile. Su quest'ultima opinione, anziché tentare di confutarla mediante argomentazioni oppure contrapporle proprio il valore dell'inutilità [cosa che non potrei certo far meglio di Aristotele], dirò semplicemente che, a rigor di logica, un parere in merito dovrebbe essere espresso soltanto dopo averne affrontato seriamente lo studio. Farlo prima, rende arbitrario e infondato qualsiasi giudizio.
Quanto alla prima critica, non intendo affatto negare un'impressione così condivisa da essere ormai diventata un luogo comune, vero ed insieme falso, però, come tutti i luoghi comuni. Ciò che è difficile, infatti, non è per ciò stesso impossibile da conseguire. La filosofia, in particolare, è accessibile anche ai non esperti, a condizione ch'essa venga affrontata con serietà, passione, impegno e determinazione. In fondo esperti si diviene, mica si nasce! E del resto, come ha osservato Umberto Eco, persino gli esperti sanno bene che "la filosofia è sempre una forma di alto dilettantismo, in cui qualcuno, per tanto che abbia letto, parla sempre di cose su cui non si è abbastanza preparato". Certo che a questo punto entra in gioco un discorso - quello sull'interesse - che sarebbe lungo e complesso, ma che proverò a condensare in una semplice distinzione: quella tra ciò che irresistibilmente anche se spesso inspiegabilmente ci attrae, e ciò che invece, magari a nostra insaputa, ci coinvolge nel senso che ci riguarda profondamente. L'interesse per la filosofia rientra indubbiamente in questo secondo significato, se è vero (com'è vero) che essa - accanto ovviamente a problemi più astratti - si occupa e preoccupa essenzialmente di questioni e problemi quotidiani, fornendo sempre chiarimenti e a volte anche indicazioni utili per la nostra esistenza. Infine, per quanto riguarda la noia, sensazione che indubbiamente ha il potere di distoglierci e allontanarci da ogni attività svolta malvolentieri, occorre dire che essa è generalmente imputabile al disinteresse per una data occupazione, oppure alla monotonia dovuta alla sua lungaggine. Per cercare di eluderla o attenuarla, nel caso specifico, ho pensato di proporre una traccia davvero essenziale (e a tratti bonariamente irriverente) del percorso storiografico, muovendo dalla quale, attraverso i numerosi richiami e riferimenti interni, è possibile approfondire per gradi la conoscenza delle varie dottrine, della terminologia specifica e dei singoli filosofi. Una precisazione doverosa: anche se idealmente destinate a "tutti", queste pagine si rivolgono in particolare ai neofiti e ai curiosi, ma soprattutto ai giovani che devono affrontare lo studio di questa - vorrei infine dirlo - affascinante disciplina. |