Giorgio Caproni nacque il 7 gennaio 1912 a Livorno, ma già all'eta di dieci anni si trasferì con la famiglia a Genova, che poi considerò sempre come sua patria d'elezione ("città dell'anima", amava definirla).
Nel 1935 cominciò la sua attività di insegnante a Rovegno, in alta Val Trebbia, proseguita poi in provincia di Pavia a quindi a Roma, dove si trasferì nel 1938. Nella capitale conobbe e si legò d'amicizia a Ungaretti.
Durante gli anni della guerra apparvero Finzioni (1941) e Cronistoria (1943), mentre le poesie giovanili - Come un'allegoria (1936), Ballo a Fontanigorda (1938) e Stanze della funicolare (1952) - confluirono nella raccolta Il passaggio di Enea, pubblicata a Firenze da Vallecchi nel 1956.
Nel 1951 Natalia Ginzburg gli commissionò la traduzione de Il tempo ritrovato di Proust, per l'edizione Einaudi.
La prima raccolta del dopoguerra è Il seme del piangere: trenta testi, composti tra il 1950 e il 1958, raccolti presso l'editore Garzanti nel 1959. Il titolo rimanda esplicitamente a una citazione dantesca ("udendo le sirene sie più forte, / pon giù il seme del piangere ed ascolta", Purg. XXXI, 45-46) ed è un invito che il poeta rivolge a se stesso a superare la fase del dolore per la morte della madre, Anna Picchi. La prima sezione, intitolata Versi livornesi, è dedicata appunto a ricostruire una biografia immaginaria della madre ancora giovinetta, attiva e laboriosa, in una Livorno incantata e magica che ella allieta con la sua presenza schiva e serena. Il recupero della figura materna avviene in un passato lontano e irraggiungibile, cui il poeta non è stato neppure presente. La seconda sezione, più breve, è intitolata Altri versi e comprende tra l'altro testi dedicati al padre e all'amico Ferruccio Ulivi.
Uscirono successivamente Il terzo libro e altre cose (1968), dedicato alla moglie e il Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee (1965).
Nel 1973, dopo 38 anni d'insegnamento, concluse la carriera di maestro elementare, e pubblico altre raccolte: Il muro della terra (1975), L'ultimo borgo. Poesie (1932-1978), Il franco cacciatore (1982) e Il Conte di Kevenhüller (1986).
Nel 1983, presso Garzanti, uscirono Tutte le poesie.
Morì a Roma il 22 gennaio 1990. Ai suoi funerali, oltre ai familiari, parteciparono i suoi amici scrittori ma, vergognosamente, nessuna autorità si recò a rendere omaggio al grande poeta.
Nel 1991 è uscita la raccolta Res amissa e nel 1998, nella collana "I Meridiani" dell'editore Mondadori, è uscita un'edizione critica a cura di Luca Zuliani e con introduzione di Pier Vincenzo Mengaldo.
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