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          Quanto inverno, quanta	
          neve ho attraversato, Piero,	
          per venirti a trovare.	
    
          Cosa mi ha accolto?	
    
      5                                 Il gelo	
          della tua morte, e tutta	
          tutta quella neve bianca	
          di febbraio – il nero	
          della tua fossa.	
    
    10                         Ho anch’io	
          detto le mie preghiere	
          di rito.	
    
                     Ma solo,	
          Piero, per dirti addio	
    15  e addio per sempre, io	
          che in te avevo il solo e vero	
          amico, fratello mio.
    
    
    [Il franco cacciatore (1973-1982), in L'opera in versi, Mondadori (I Meridiani), 20014, p. 444]

    METRO Versi liberi, riuniti in cinque strofe di lunghezza diseguale (la seconda composta da un unico verso isolato).

    COMMENTO
    L'occasione di questa poesia (il cui titolo significa "Addio per sempre, o fratello") è chiarita dallo stesso Caproni in una nota della raccolta nella quale essa è compresa, Il franco cacciatore (1982): "Sono versi dedicati a mio fratello Pier Francesco, morto il 12 febbraio 1978 e sepolto in una gelida mattina di neve nel cimitero di San Siro, a Genova-Struppa". Il riferimento al carme 101 di Catullo e al sonetto foscoliano In morte del fratello Giovanni sorge dunque spontaneo, sia per il tema affrontato sia per il carattere autobiografico del componimento.
    Ne emerge una figura femminile indecifrabile ed insieme vitale e luminosa, la cui solarità è evocata dalle immagini di ampi litorali e dal nitido splendore delle "mattine".