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               Non uccidete il mare,
          la libellula, il vento.
          Non soffocate il lamento
          (il canto!) del lamantino1.
      5  Il galagone2, il pino:
          anche di questo è fatto
          l'uomo. E chi per profitto vile
          fulmina3 un pesce, un fiume,
          non fatelo cavaliere
    10  del lavoro. L'amore
          finisce dove finisce l'erba
          e l'acqua muore. Dove
          sparendo la foresta
          e l'aria verde, chi resta
    15  sospira nel sempre più vasto
          paese guasto: «Come
          potrebbe tornare a esser bella,
          scomparso l'uomo, la terra».
    
    
    [Res amissa, in L'opera in versi, Mondadori (I Meridiani), 20014, p. 788]

    METRO Strofa unica composta da 18 versi, con prevalenza di settenari.

    COMMENTO
    Dalla lirica emerge un atteggiamento critico del poeta verso la società moderna, che spesso "premia" chi compie delle azioni irrispettose verso la natura.
    Lo stile è vagamente prosastico, dal linguaggio semplice, al limite del paratattico. Tale scelta stilistica esprime e sottolinea il desiderio di veicolare una comunicazione di grande immediatezza, accessibile a tutti. Noi uomini siamo gli artefici del declino ecologico, dell'inquinamento globale ("sempre più vasto paese guasto"): e a noi si rivolgono gli imperativi iniziali (ripetuti in anafora) che con la negazione rivelano le continue devastazioni: "non uccidete", "non soffocate".
    In conclusione emerge la più alta nota pessimista del poeta che pare suggerire l'unica (paradossale?) soluzione possibile. Solo la scomparsa dell'uomo potrà risanare il pianeta. Ed è forse quest'ultimo concetto che spiega il "quasi" del titolo.

    NOTE
    1 lamantino: mammifero marino diffuso soprattutto sulle coste e nei fiumi dell'Africa occidentale.
    2 galagone: scimmia africana di piccole dimensioni.
    2 fulmina: uccide con un colpo rapido e improvviso.