Paul Verlaine nacque a Metz nel 1844, da una famiglia della piccola borghesia provinciale agiata.
Ben presto si manifestò in lui la schizofrenia, che si esplicava con l'alternanza di delicate effusioni sentimentali e di improvvise brutalità e disordini sessuali.
La madre tentò di sottrarlo alla bohème combinandogli il matrimonio con Mathilde Mauté de Fleurville. Ma nel 1870 conobbe il giovane Rimbaud, col quale iniziò una vita in comune, recandosi anche in Belgio e in Inghilterra. Rimbaud, stanco, volle sciogliere il legame: e Verlaine compì il melodrammatico gesto di sparare all'amico. Fu così in carcere, prima a Bruxelles e poi a Mons.
Scontata la pena, insegnò per qualche anno all'estero. Abbozzò persino il progetto di una vita più vicina alla natura, facendosi agricoltore. Ricadde tuttavia nelle consuete crisi di violenze, giungendo a minacciare di morte la madre.
Tornato a Parigi, divenne figura di primo piano del nascente decadentismo.
Trascorse gli ultimi anni tra la miseria e un relativo benessere, a seconda della fortuna del momento.
Morì a Parigi nel 1896.
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