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          Sono l'Impero alla fine della decadenza,
          che guarda passare i grandi Barbari bianchi1
          componendo acrostici indolenti2 nei quali,
          in uno stile d'oro, danza il languore del sole.
    
      5  L'anima, soletta, soffre di noia densa al cuore.
          Laggiù, si dice, infuriano lunghe battaglie cruente3.
          O non potervi, così debole e lento ai propositi4,
          o non volervi far fiorire un po' quest'esistenza!
    
          O non volervi, o non potervi un po' morire!
    10  Ah! Tutto è bevuto! Hai finito di ridere, Batillo5?
          Tutto è bevuto, tutto è mangiato! Niente più dadire6!
    
          Solo, un poema un po' fatuo7 che si getta nel fuoco,
          solo, uno schiavo un po' frivolo che vi trascura,
          solo, un tedio8 d'un non so cosa che vi affligge!
    
    
          Je suis l'Empire à la fin de la décadence,
          qui regarde passer les grands Barbares blancs
          en composant des acrostiches indolents
          d'un style d'or où la langueur du soleil danse.
    
      5  L’âme seulette a mal au coeur d'un ennui dense.
          Là-bas on dit q'il est de longs combats sanglants.
          Ô n'y pouvoir, étant si faible aux voeux si lents,
          ô n'y vouloir fleurir un peu cette existence!
    
          Ô n'y vouloir, ô n'y pouvoir mourir un peu!
    10  Ah! tout est bu! Bathylle, as-tu fini de rire?
          Ah! tout est bu, tout est mangé! Plus rien à dire!
    
          Seul, un poème un peu niais qui on jette au feu,
          seul, un esclave un peu coureur qui vous néglige,
          seul, un ennui d'on ne sait quoi qui vous afflige!
    
    
    [Jadis et Naguère, 1884. Traduzione di Giuseppe Cirigliano]

    METRO
    Sonetto con schema (nell'originale) ABBA ABBA CDD CEE.

    COMMENTO
    In questa lirica Verlaine associa il proprio stato d'animo (di profondo languore) al periodo finale della decadenza dell'Impero, e dichiara di comporre – indolente e annoiato – futili acrostici mentre altrove i "grandi barbari bianchi" fanno la storia, di cui il poeta è soltanto uno spettatore passivo e poco interessato. Questa condizione di solitudine, noia e passività si riflette nella sua poesia, svuotata di ogni contenuto morale e sociale, e ridotta quindi a puro esercitazione formale: a qualcosa gettare alle fiamme.
    Il sentimento della decadenza fa di questa poesia il simbolo del Decadentismo europeo.

    NOTE
    1 i grandi barbari bianchi: i barbari erano alti e dalla pelle chiara, in quanto provenienti dal Nord Europa.
    2 acrostici indolenti: l'acrostico è una poesia in cui le iniziali dei versi, lette in verticale, formano una parola o un'espressione.
    3 cruente: violente, sanguinose.
    4 lento ai propositi: a prendere decisioni.
    5 Batillo: famoso attore di Alessandria caro a Mecenate, il collaboratore dell'imperatore Augusto e protettore degli artisti. L'interrogativa indica la crisi della poesia e il vanificarsi dell'impegno intellettuale del poeta.
    6 Tutto è... da dire!: Tutte le esperienze sono state vissute, e non restano margini creativi neppure alla scrittura.
    7 fatuo: inutile, superficiale.
    8 tedio... all'anima: noia esistenziale.