• Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d'Egitto l'8 febbraio 1888 da Antonio Ungaretti e Maria Lunardini, entrambi lucchesi.
    Il padre morì nel 1890, ma nella città natale il futuro poeta trascorse l'infanzia e i primi anni della giovinezza, allevato dalla madre, da una balia sudanese e da Anna, un'anziana croata, adorabile narratrice di favole.
    Dal 1904 frequentò l'Ecole Suisse Jacot, dove venne a contatto per la prima volta con la letteratura europea e dove conobbe Mohammed Sceab, per la cui morte comporrà alcuni anni più tardi una toccante poesia.
    Nel 1907 iniziò gli studi all'Istituto don Bosco, un collegio dove aveva studiato anche Marinetti.
    Nel 1912 si trasferì in Italia con l'intenzione di compiere studi di diritto a Parigi per poi tornare in Egitto. Recatosi quindi nella capitale francese, fu raggiunto poco dopo dall'amico Mohammed Sceab, che si suicidò dopo qualche mese.
    A partire dal 1913 frequentò i maggiori caffè letterari di Parigi e divenne amico di Apollinaire, al quale si legò di profondo affetto.
    Nel 1914 rientrò in Italia e nel 1915 venne richiamato e inviato sul fronte del Carso. La prima poesia dal fronte (del Porto Sepolto) è datata 22 dicembre 1915.
    Nel 1916 scrisse tutto il Porto Sepolto, che venne pubblicato presso una tipografia di Udine.
    Finita la guerra, Ungaretti restò a Parigi, lavorando come giornalista e prendendo a collaborare al "Popolo d'Italia".
    Nel 1919 pubblicò con Vallecchi, a cura di Ettore Serra, l'edizione provvisoria della raccolta Allegria di Naufragi (quella definitiva uscì da Preda nel 1931), che comprende il Porto Sepolto e i versi del '17, '18 e '19, oltre alla sezione Ultime. Sempre nello stesso anno sposò Jeanne Dupoix.
    Nel 1920 tornò a Roma e collaborò alle riviste "La Ronda", "Tribuna", "Commerce".
    Nel 1923 la difficile condizione economica lo indusse a trasferirsi a Marino, nei Castelli Romani.
    Pubblicò a La Spezia, con il titolo Il Porto Sepolto, una nuova edizione de L'Allegria, con prefazione di Benito Mussolini.
    Nel 1925 nacque la prima figlia, Anna Maria, e l'anno dopo morì la madre.
    Nel 1930 nacque il secondo figlio, Antonio.
    Nel 1931 uscì L'Allegria, per le edizioni Preda. La raccolta (poesie scritte fra il 1914 e il 1919) acquisì il suo titolo definitivo.
    Nel 1933 pubblicò con Vallecchi, nei "Quaderni di Novissima", Sentimento del Tempo, con un saggio di Alfredo Gargiulo.
    Nel 1936 diede alle stampe il volume Quaderno di traduzioni, che comprende testi di Gòngora, Blake, Eliot, Rilke, Esenin. In Brasile gli venne assegnata la cattedra di Letteratura Italiana presso l'Università di San Paolo, che tenne fino al 1942.
    Nel 1939 morì in Brasile, per un attacco di appendicite malcurato, il figlio Antonietto, di nove anni.
    Nel 1942 rientrò in patria. In quello stesso anno fu nominato Accademico d'Italia e gli venne conferito un insegnamento universitario a Roma per "chiara fama". Mondadori diede inizio alla pubblicazione delle sue opere, sotto il titolo generale Vita d'un uomo .
    Nel 1946 uscì nella collana "Lo Specchio" di Mondadori la traduzione 40 sonetti di Shakespeare, già pubblicata nel 1942 dalla stessa casa editrice.
    Nel 1947 pubblicò con Mondadori Il Dolore (poesie tra il 1937 e il 1946).
    Nel 1950 uscì la nuova raccolta di poesie alla quale, con abbozzi, aveva cominciato a lavorare fin dal 1935: La Terra Promessa.
    Nel 1952, presso Schwarz, apparve Un Grido e Paesaggi, con illustrazioni di Giorgio Morandi.
    Nel 1958 morì Jeanne, la "devota, tollerante, paziente" compagna.
    Nel 1962 fu eletto presidente della Comunità europea degli scrittori.
    Nel 1968, in occasione degli ottant'anni, ricevette solenni onoranze da parte del governo italiano: a Palazzo Chigi fu festeggiato dal presidente del Consiglio Moro e da Montale e Quasimodo, con tanti amici attorno.
    Nel settembre del 1969 uscì il volume mondadoriano comprendente Tutte le poesie, con note, saggi, apparati delle varianti, a cura di Leone Piccioni.
    Nel 1970 si recò negli Stati Uniti per ricevere un premio all'Università di Oklahoma. A New York s'ammalò e venne ricoverato in clinica. Rientrato in Italia, morì d'improvviso a Milano la notte tra l'1 e il 2 giugno.