METRO
Settenari divisi in quattro versi e un enjambement tra il primo e il secondo verso.
METRO
Questo breve componimento, formato da un'unica similitudine ("soldati/foglie") fa parte della raccolta L'Allegria (1919), in cui il poeta sviluppò il nucleo originario dei testi pubblicati ne Il porto sepolto nel 1916, in un'edizione di appena ottanta copie. Una terza edizione del testo, con modifiche e varianti, si ebbe 1923, quando l'autore recuperò il titolo de Il porto sepolto.
Il testo, come moltissimi altri presenti nella medesima raccolta, si riferisce alla guerra, ed è attraversato da un presagio di morte. Ma al termine "soldati" è facilmente sostituibile quello di "uomini", e alla nozione di "guerra" è applicabile quella più ampia di "vita". In tal modo ci rendiamo conto come non siano solo i militari al fronte a vivere una condizione precaria ed incerta, ma come sia la natura stessa dell'essere umano a dover fare i conti con la propria finitudine.
Il parallelismo tra uomo e foglie, immagine molto riuscita, non è una scelta letteraria innovativa operata da Ungaretti, ma possiamo ritrovarla in testi poetici anche molto antichi, ad esempio nell'Iliade (VI, 180-184): "Come è la stirpe delle foglie, così quella degli uomini. / Le foglie il vento le riversa per terra, e altre la selva / fiorendo ne genera, quando torna la primavera; / così le stirpi degli uomini, l'una cresce e l'altra declina."; oppure in Mimnermo, che molto probabilmente dallo stesso Omero prese ispirazione.
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