COMMENTO.
La lirica si regge sul paragone tra la vita effimera delle foglie e la brevità della giovinezza: le foglie nascono in primavera, e crescono in estate; e proprio queste due stagioni stanno a simboleggiare l'infanzia e la giovinezza dell'uomo.
L'abuso plurisecolare di immagini di questo tipo (anche in ambito extraletterario) rischia oggi di offuscare la freschezza primordiale delle parole di Mimnermo. Ma sembra che il poeta stesso abbia esorcizzato tale pericolo inserendo, subito dopo, una rapida e malinconica, rassegnata e virile riflessione sulla fugacità della giovinezza, compendiata nella similitudine "fulmineo / precipita il frutto di giovinezza, / come la luce d'un giorno sulla terra".
Da qui scatta, forse inattesa, la conclusione del poeta, che sembra anticipare di venticinque secoli la concezione leopardiana secondo cui - dileguati i sogni e le illusioni della gioventù - la morte è preferibile alla vecchiaia.
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