•       Non ho voglia
          di tuffarmi
          in un gomitolo
          di strade

    5    Ho tanta
          stanchezza
          sulle spalle

          Lasciatemi così
          come una
    10  cosa
          posata
          in un
          angolo
          e dimenticata

    15  Qui
          non si sente
          altro
          che il caldo buono

          Sto
    20  con le quattro
          capriole
          di fumo
          del focolare

    Napoli, 26 dicembre 1916

    [In Vita d'un uomo, Mondadori, Milano 1969]

    METRO
    versi liberi raggruppati in cinque strofe di diversa lunghezza.

    COMMENTO
    Questa poesia è stata composta nel Natale del 1916, durante una licenza che Ungaretti trascorse a Napoli in casa di amici.
    In essa il poeta dice che non ha voglia di andare per le strade caotiche: è stanco, e chiede di essere lasciato solo, come un oggetto dimenticato in un angolo.
    Il momento di tregua dalla guerra consente al poeta un attimo di respiro: l'uomo straziato dal dolore per la morte dei compagni, trova rifugio nel nido protettivo del "caldo buono", il calore del camino, opposto alla confusione delle strade. Qui è l'uomo, e il soldato, che ha "tanta stanchezza sulle spalle". Così solo, "le quattro capriole di fumo del focolare" possono offrire un prezioso attimo di pace.
    La lirica parla della tristezza di Ungaretti, ancora impressionato dalla guerra. Infatti il pensiero della guerra lo accompagna in città: il "gomitolo di strade" richiama alla mente il caos della trincea, la "cosa posata e dimenticata" è riconducibile al compagno massacrato; il "caldo buono", cioè protettivo e riposante, è contrapposto alla fredda pietra del San Michele di cui il poeta parla in un'altra lirica della raccolta: Sono una creatura.