• Aldo Palazzeschi (all'anafrafe Aldo Giurlani) nacque a Firenze il 2 febbraio 1885.
    Il padre, che era commerciante, lo spinse a prendere il diploma di ragioniere, ma il ragazzo aveva una forte passione per il teatro e si iscrisse alla Regia scuola di recitazione "Tommaso Salvini", la stessa a cui si era iscritto contemporaneamente Marino Moretti, che divenne subito suo amico. Alla passione, però, non corrispondeva la bravura, e così il giovane intraprese la strada della poesia. Nel 1905, appena ventenne, pubblicò I cavalli bianchi, due anni dopo Lanterna, e nel 1909 Poemi, sempre a proprie spese.
    L'amicizia con Sergio Corazzini lo aveva introdotto nella tematica crepuscolare, ma proprio nel 1909 vi fu l'adesione di Palazzeschi, ben accolta da Marinetti, al futurismo, sotto il cui segno pubblicò nel 1910 L'incendiario. Nonostante il titolo, Palazzeschi non accoglieva però le istruzioni marinettiane circa lo scardinamento delle strutture sintattiche: egli infatti mantenne una sintassi "tradizionale", operando piuttosto "a livello di libertà immaginativa" (Elio Gioanola).
    Nel frattempo ebbe inizio la produzione narrativa col Codice di Perelà, seguìto da Allegoria di Novembre e La Piramide.
    Nel 1914 Palazzeschi si dissociò dal futurismo, soprattutto per ragioni ideologiche, essendo nettamente contrario all'intervento dell'Italia in guerra, alla quale fu comunque costretto a partecipare come soldato del genio, senza andare in trincea.
    Dalla fine della guerra, e fino al 1941, Palazzeschi visse a Firenze, con numerosi soggiorni a Parigi, che poteva permettersi grazie alle ricchezze ereditate dal padre.
    Nel 1925 raccolse in un unico volume, Poesie, la produzione poetica giovanile. Nel 1934 pubblicò il suo romanzo-capolavoro, Sorelle Materassi. Nel 1941 si trasferì a Roma, dove visse fino alla morte, alternando il soggiorno nella capitale con quello estivo a Venezia.
    Il lavoro più notevole del periodo post-bellico è I fratelli Cucchi, a cui seguì un lungo periodo di crisi creativa. Solo alla soglia degli ottant'anni Palazzeschi ritrovò una nuova felice stagione, con i romanzi Il doge (1967), Stefanino (1969), Storia di un'amicizia (1971), e con le raccolte poetiche Cuor mio (1968) e Via delle cento stelle (1972), con le quali riuscì a ricreare l'atmosfera delle liriche giovanili.
    Palazzeschi si spense a Roma il 17 agosto 1974.