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          Qual rugiada o qual pianto1,
          quai lagrime eran quelle
          che sparger vidi dal notturno manto2
          e dal 2candido volto de le stelle3?
      5  E perché seminò la bianca luna
          di cristalline stille un puro nembo
          a l'erba fresca in grembo4?
          Perché ne l’aria bruna,
          s'udian, quasi dolendo, intorno intorno
     10  gir l'aure5 insino al giorno?
          Fur segni forse de la tua partita6,
          vita de la mia vita7? 
    
    
    [Da Aminta. Rime, a c. di B. Maier, I Classici Rizzoli, Milano 1963, p. 413]

    METRO
    Madrigale di endecasillabi e settenari liberamente alternati e rimati.

    COMMENTO
    Nella notte che precede la partenza della donna amata sembra che tutta la natura intorni una specie di lamento per la separazione imminente. I fenomeni naturali sono interpretati come segni del languido dolore del poeta: la rugiada è un pianto, i venti sembrano sospiri. "La realtà è qualcosa di evanescente e fluido; è come tutta assorbita in un'onda di sentimentalismo musicale" (G. Armellini).

    NOTE
    1 Qual... pianto: la rugiada che scende nella notte è interpretata dal poeta coe un pianto del cielo.
    2 notturno manto: la volta celeste.
    3 candido... stelle: le stelle hanno metaforicamente un"volto", perché spargono "lacrime" (la "rugiada"); il volto è "candido" perché la luminosità degli astri spicca sul buio del cielo notturno.
    4 E perché... grembo?: e perché la bianca luna seminò una limpida nuvola ("puro nembo") di stelle cristalline (le gocce di rugiada) in grembo all'erba fresca?
    5 s'udian... l'aure: si udivano i venticelli ("l'aure") andare ("gir") intorno, quasi mostrando segni di sofferenza; i venticelli sono interpretati come sospiri dolenti della natura.
    6 partita: partenza.

    7 vita de la mia vita: invocazione a una donna, che è partita o sta per partire.