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    Io non posso gioire
    lunge1 da voi, che siete il mio desire2;
    ma 'l mio pensier fallace3
    passa monti e campagne e mari e fiumi;
    e m'avvicina e sface4
    al dolce foco de' be' vostri lumi;
    e 'l languir 5 mi piace
    ch'infinito diletto ho nel martire6.
    
    
    [Da Aminta. Rime, a c. di B. Maier, I Classici Rizzoli, Milano 1963, p. 315]

    METRO
    Madrigale di endecasillabi e settenari liberamente alternati e rimati.

    COMMENTO
    In questa poesia, composta per la donna amata Lucrezia Bendidio, il tema centrale è quello della lontananza dell'amata e del malinconico piacere per la pena d'amore. Nella prima parte il poeta parla della sofferenza causata dal distacco; nella seconda raggiunge con l'immaginazione la donna amata; nella terza descrive lo struggimento provocato dall'illusione.

    NOTE
    1 lunge: lontano.
    2 desire: desiderio.
    3 fallace: ingannevole.
    4 sface: disfa, consuma.
    5 : così tanto, talmente.
    6 martire: martirio, sofferenza