METRO
Madrigale di endecasillabi e settenari liberamente alternati e rimati.
COMMENTO
Questo madrigale, che è stato musicato da Claudio Monteverdi, ha per protagonista l'alba, il sorgere del sole, che si preannuncia attraverso la
brezza mattutina che increspa le onde e fa tremolare le foglie, ed attraverso il canto degli uccelli e la luce che appare all'orizzonte illuminando il mare e il cielo e creando un contorno dorato intorno ai monti. Il vento è messaggero dell'alba e l'alba è messaggera della donna.
Tasso inizia la sua composizione con l'avverbio "ecco", facendo presagire che qualcosa di importante stia per succedere. "Ecco" viene poi ripreso al v. 7 e divide in due il componimento. Nei primi 11 versi viene descritta la natura quando sorge il sole, attraverso l'attesa e infine l'apparire dell'alba, in un crescendo di luce; mentre nei tre versi finali l'alba viene identificata con la donna amata, attraverso il senhal (nome fittizio dietro al quale si cela il nome di una persona). Tramite il sehnal "aura", di ascendenza petrarchesca, che fa riecheggiare il nome di Laura (Aurora... l'aura... de l'aura... ristaura), Tasso evoca la figura dell'amata e la identifica con la brezza vivificante del mattino: si tratta di Laura Peperara, arpista mantovana di nobile famiglia, conosciuta nel 1563 e con la quale Tasso ebbe una breve relazione sentimentale.
NOTE
1 a l'aura: all'aria.
2 vaghi augelli: dolci uccelli
3 rider: risplendere.
4 il dolce gelo: la rugiada.
5 indora: tinge di un colore dorato.
6 vaga: amata
7 ristaura: ristora
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