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          Eri dritta e felice
          Sulla porta che il vento
          Apriva alla campagna.
          Intrisa di luce
      5  Stavi ferma nel giorno,
          Al tempo delle vespe d'oro
          Quando al sambuco
          Si fanno dolci le midolla.
          Allora s'andava scalzi
    10  Per i fossi, si misurava l'ardore
          Del sole dalle impronte
          Lasciate sui sassi. 
    
    
    [Da Vidi le Muse, Mondadori, Milano 1943]

    METRO
    Versi liberi raggruppati in una sola strofa.

    COMMENTO
    Dalla memoria emerge un ritratto femminile, situato in un tempo indefinito ma lontano e felice, che fa intuire un senso di pacato rimpianto per la perduta età della giovinezza. La donna è dunque, se non un pretesto, un'occasione per un'intensa rievocazione del passato.
    Il lessico semplice e di immediata comprensibilità, l'uso misurato dell'aggettivazione, la costruzione lineare dei periodi, allontanano questo breve componimento da ogni forma di retorica.