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          Mio padre è stato per me l'"assassino"1,
          fino ai vent'anni che2 l'ho conosciuto.
          Allora ho visto ch'egli era un bambino,
          e che il dono ch'io ho3 da lui l'ho avuto.
          Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
      5  un sorriso, in miseria, dolce e astuto,
          Andò sempre pel mondo pellegrino;
          più d'una donna l'ha amato e pasciuto4.
          Egli era gaio e leggero; mia madre
    10  tutti sentiva della vita i pesi.
          Di mano ei5 gli sfuggì come un pallone.
          "Non somigliare - ammoniva - a tuo padre".
          Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
          eran due razze in antica tenzone6.
    
    
    [Autobiografia, 1924]

    METRO
    Sonetto, con schema ABAB ABAB CDE CDE.

    COMMENTO
    Alcune essenziali notizie biografiche risultano utilissime per comprendere appieno questa lirica, che possiede comunque una chiarezza essenziale.
    Bisogna dunque sapere che la madre del poeta fu abbandonata dal marito, Ugo Edoardo Poli, prima che il figlio nascesse; e la donna descrisse sempre al poeta il proprio padre in termini durissimi, definendolo spesso "assassino", dato che non solo aveva distrutto la famiglia ma anche le speranze della sua giovinezza. Saba era dunque cresciuto portandosi dietro quell'immagine negativa del genitore, fino a quando, all'età di vent'anni, lo conobbe e lo scoprì straordinariamente simile a se stesso, non soltanto nei tratti fisici ma anche nella volubilità dell'animo, da cui aveva ereditato il "dono" della poesia.
    La struttura della poesia, semplice come gran parte della produzione di Saba, segue un procedimento simmetrico: alla figura paterna sono dedicate le due quartine, mentre nelle terzine è l'immagine materna a dominare. Ne emerge infine una contrapposizione fra due mentalità assai differenti, ma il recupero dell'immagine paterna non scalfisce la figura della madre: il poeta mostra infatti un senso di compassionevole amorevolezza verso questa donna oppressa dai "pesi" della vita ed incapace, per carattere e cultura, di comprendere la natura inquieta del compagno. "Anche l'ammonizione a non assomigliare al padre, pur nella sua severità, è dettata dall'amore, tanto che Saba, comprendendone la sostanza, conclude il sonetto senza formulare accuse: è stata la diversità dei temperamenti a determinare l'inevitabile distacco.

    NOTE
    1 l'"assassino": posto tra virgolette perché ripete una frase della madre, che lo definiva così.
    2 che: quando.
    3 il dono ch'io ho: il dono della poesia.
    4 pasciuto: nutrito (termine adatto al "bambino" che il padre era per il poeta).
    5 ei: egli (arcaismo).
    6 tenzone: lotta (arcaismo).