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          I carri d'argento e di rame -
          Le prue d'acciaio e d'argento -
          Battono la spuma, -
          Sollevano i ceppi dei rovi.
      5  Le correnti della landa,
          Le immense carreggiate del riflusso,
          Filano circolarmente verso est,
          Verso i pilastri della foresta, -
          Verso i fusti della diga,
    10  investita in un angolo
          da turbini di luce.
    
    
          Les chars d'argent et de cuivre -
          Les proues d'acier et d'argent -
          Battent l'écume, -
          Soulèvent les souches des ronces-
      5  Les courants de la lande,
          Et les ornières immenses du reflux,
          Filent circulairement vers l'est,
          Vers les piliers de la forêt, -
          Vers les fûts de la jetée,
    10  Dont l'angle est heurté par des
          tourbillons de lumière.
    
    
    [Traduzione di Giuseppe Cirigliano]

    COMMENTO
    Per questa poesia, oltre alle fonti letterarie (Shakespeare ovviamente, e poi La Voie Lactée di Banville), alcuni commentatori, come E. Starkie e S. Bernard, citano il quadro del preraffaelita inglese Millais, che rappresenta Ofelia fluttuante sull'acqua tra fiori, alghe e giunchi.
    Come nota Ivos Margoni, la lirica si muove su due piani: "quello evocativo-descrittivo, di un tono musicale, patetico e penetrante; [...] e quello in cui gli spunti paesaggistici e atmosferici introducono i dati coscientemente romantici: Natura, Libertà, Amore, Sogno.
    Tutto il personaggio di Ofelia, come ha notato Gengoux, è infatti simbolico e corrisponde al mito romantico dell'esperienza individuale eccezionale e perciò stesso votata a un irrimediabile fallimento (pazzia, morte). Ophélie, insomma, "svolge il tema della rivincita della realtà sul sogno, della morte sulla libertà".