COMMENTO
Questa lirica costituisce l'idealizzazione commossa e gentile della maesra delle elementari: è una storia d'amore infantile, descritta quasi nel sentire di allora. Ma l'idealizzazione di questa delicata figura femminile è certamente in funzione del suo appartenere all'infanzia del poeta, di essere essere un ricordo di "quel" tempo. È ancora il configurarsi della memoria come bisogno esistenziale, ch'è poi ciò che distingue la memoria di Pierro da quella proustiana (per la quale, secondo l'insegnamento di Bergson, non è il presente a regredire verso il passato, ma è questo a progredire verso quello). Al di là dell'affinità dei risultati di recupero, la differenza si coglie specifiamente nell'uso volontario della memoria, in Pierro, contro quello dichiaratamente volontario di Proust. Ciò è precisamente quanto impedisce a Pierro di abbandonarsi al flusso dei ricordi, ed invece gli impne di tenere il presente a contraltare dialettico del passato. Così, particolarmente in questa poesia, se il poeta ripensa con accorato rimpianto all'incantevole maestrina, d'altro lato intende bene l'azione corrosiva ed inclemente del tempo.
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