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                                  A Roman Jakobson
    
    
                        1
    
          Tra ciò che vedo e dico,
          tra ciò che dico e taccio,
          tra ciò che taccio e sogno,
          tra ciò che sogno e oblio1,
      5  la poesia.
                        Guizza
          fra il sì e il no:
                               dice
          ciò che taccio,
    10                       tace
          ciò che dico,
                            sogna
          ciò che oblio.
                             Non è un dire:
    15  è un fare.
                       È un fare
          che è un dire.
                             La poesia
          si dice e si ascolta:
    20                              è reale.
          E appena dico
                             è reale,
          si dissipa2.
                        Così è più reale?
    
    
                        2
    
    25  Idea palpabile,
                               parola
          impalpabile:
                            la poesia
          va e viene
    30                  fra ciò che è
          e ciò che non è.
                                Tesse riflessi
          e li dipana2.
                          La poesia
    35  semina occhi nella pagina,
          semina parole negli occhi.
          Gli occhi parlano,
                                  le parole guardano,
          gli sguardi pensano.
    40                               Ascoltare
          i pensieri,
                        vedere
          ciò che diciamo,
                                toccare
    45  il corpo dell'idea.
                                 Gli occhi
          si chiudono,
                           le parole si aprono.
    
    
    [da Il fuoco di ogni giorno, Garzanti, Milano 1992, pp. 179-181]

    COMMENTO
    Dopo tanti secoli di poesia, il poeta si interroga sull'essenza della poesia, questo misterioso gioco di sillabe e di emozioni. Non è un dire, si risponde: un dire è la comunicazione che prevede l'uso preciso della parola, mentre la parola poetica sfugge ad ogni precisione, è ambigua o almeno polisemica ("dice / ciò che taccio, / tace / ciò che dico"). La poesia è un "fare", è il prodotto di un'operazione che utilizza il significato e il suono delle parole come materiale da costruzione; eppure è "impalpabile", sfugge a una definizione precisa, si colloca tra l'essere e il non essere ("va e viene / fra ciò che è / e ciò che non è").

    NOTE
    1 oblio: dimentico.
    2 si dissipa: si disperde nell'aria.
    2 li dipana: disfa la tessitura.