In una poesia leggo:
conversare è divino.
Ma gli dèi non parlano:
fanno, disfano mondi
5 mentre gli uomini parlano.
Gli dèi, senzaparole,
giocano giochi terribili.
Lo spirito discende
e scioglie le lingue
10 ma non parla parole:
parla illuminazioni. Il linguaggio,
dal dio acceso,
è una profezia
di fiamme e un rovinare
15 di sillabe bruciate:
cenere senza senso.
La parola dell'uomo
è figlio della morte.
Parliamo perché siamo
20 mortali: le parole
non sono segni, sono anni.
Dicendo ciò che dicono
i nomi che diciamo
dicono tempo: ci dicono,
25 siamo nomi del tempo.
Conversare è umano
[da Il fuoco di ogni giorno, Garzanti, Milano 1992, p. 199-201]
|