• Vladimir Vladimirovič Majakovskij nacque a Bagdati, in Georgia il 7 luglio 1893.
    Fin da adolescente, svolse un'intensa attività politica nel partito bolscevico e venne arrestato per ben tre volte.
    Si dedicò in sguito alle arti figurative, e nel 1913 apparve il suo primo libro, Ja! ("Io!").
    Accolse con entusiasmo la rivoluzione del 1917 e nel 1923 organizzò il LEF (Levyj Front iskusstv, "Fronte di sinistra delle arti"), che raggruppò artisti, poeti, registi, filologi vicini al futurismo, e pubblicò la rivista omonima. In quegli anni Majakovskij fu il simbolo di tutto ciò che vi era di moderno e innovativo nell'arte sovietica, e la suainfluenza sui movimenti artistici d'avanguardia fu enorme.
    La morte di Lenin gli ispirò il poema Vladimir Il´ič Lenin (1924), e il decimo anniversario della rivoluzione l'affresco epico Chorošo! ("Bene!", 1927).
    Il 14 aprile del 1930, per motivi non del tutto chiariti (forse la campagna condotta contro di lui dalla critica di partito, delusioni politiche, motivi amorosi...), Maiakovskij si tolsce la vita con un colpo di pistola al cuore. Nella sua lettera di addio scrisse: "A tutti. Se muoio, non incolpate nessuno. E, per favore, niente pettegolezzi. Il defunto non li poteva sopportare. Mamma, sorelle, compagni, perdonatemi. Non è una soluzione (non la consiglio a nessuno), ma io non ho altra scelta. (...) Voi che restate siate felici."