La stanza era povera e volgare nascosta sopra una taverna infima. Dalla finestra si vedeva il vicolo stretto e sporco. Da sotto 5 venivano le voci di operai che giocavano a carte, si divertivano anche. E là, su un lettuccio da poco prezzo ebbi il corpo dell'amore, ebbi le labbra voluttuose e rosee dell'ebbrezza - 10 rosee di una tale ebbrezza, che anche ora che scrivo, dopo tanti anni! m'inebrio nella mia casa deserta.[In Settacinque poesie, Einaudi, Torino 1992] |
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