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         Quant'è bella giovinezza,
         che si fugge tuttavia!
         Chi vuol esser lieto, sia:
         di doman non c'è certezza.
    
     5   Quest'è Bacco e Arïanna1,
          belli, e l'un de l'altro ardenti:
          perché 'l tempo fugge e inganna,
          sempre insieme stan contenti.
          Queste ninfe2 ed altre genti
    10  sono allegre tuttavia.
          Chi vuol esser lieto, sia:
          di doman non c'è certezza.
    
          Questi lieti satiretti,
          delle ninfe innamorati,
    15  per caverne e per boschetti
          han lor posto cento agguati;
          or da Bacco riscaldati,
          ballon, salton tuttavia. 
          Chi vuol esser lieto, sia:
    20  di doman non c'è certezza.
    
          Queste ninfe anche hanno caro
          da lor essere ingannate:
          non può fare a Amor riparo,
          se non gente rozze e ingrate:
    25  ora insieme mescolate
          suonon, canton tuttavia.
          Chi vuol esser lieto, sia:
          di doman non c'è certezza.
    
          Questa soma, che vien dietro
    30  sopra l'asino, è Sileno3:
          così vecchio è ebbro e lieto,
          già di carne e d'anni pieno;
          se non può star ritto, almeno
          ride e gode tuttavia.
    35  Chi vuol esser lieto, sia:
          di doman non c'è certezza.
    
           Mida4 vien drieto a costoro:
           ciò che tocca, oro diventa.
           E che giova aver tesoro,
    40   s'altri5 poi non si contenta?
           Che dolcezza vuoi che senta
           chi ha sete tuttavia?
           Chi vuol esser lieto, sia:
           di doman non c'è certezza.
    
     45  Ciascun apra ben gli orecchi,
           di doman nessun si paschi;
           oggi sian, giovani e vecchi,
           lieti ognun, femmine e maschi;
           ogni tristo pensier caschi:
     50  facciam festa tuttavia.
           Chi vuol esser lieto, sia:
           di doman non c'è certezza.
    
           Donne e giovinetti amanti,
           viva Bacco e viva Amore!
     55  Ciascun suoni, balli e canti!
           Arda di dolcezza il core!
           Non fatica, non dolore!
           Ciò ch'ha a esser, convien sia.
           Chi vuol esser lieto, sia:
     60  di doman non c'è certezza.
    
    
    [da Scritti scelti, Utet, Torino 1977]

    METRO
    Ballata di tutti ottonari, con ripresa o ritornello di quattro versi e stanze di otto versi che comprendono la ripetizione degli ultimi due della ripresa (xyyx; ab ab byyx).

    COMMENTO
    Questo testo, senza dubbio il più celebre di Lorenzo il Magnifico, fa parte dei Canti carnascialeschi, raccolta di "canzoni a ballo" destinate ad accompagnare le mascherate e i cortei allegorici ("trionfi") del carnevale.
    Un'anonima voce propone come ritornello un invito all'allegrezza, avvertendo che il "doman" è precario. E il ritornello è la chiave per interpretare le scene del trionfo, che la voce va illustrando al suo pubblico: Bacco e Arianna (la gioia d'amore che esorcizza il trascorrere del tempo), i satiretti e le ninfe (l'amore come impulso di natura e gentilezza), re Mida (la condanna del desiderio che non riesce ad appagarsi). Nel messaggio finale è ribadito il valore del presente, dell'oggi, dell'attimo che fugge. Insomma il tema centrale del componimento è quello del carpe diem.

    NOTE
    1 Arianna: figlia di Minosse re di Creta e Pasife, liberò Teseo dal celebre labirinto. Fu da questi rapita e abbandonata sulla spiaggia di un'isola solitaria e salvata da Bacco, che la rese immortale ("sempre giovane", come dice Esiodo).
    2 Queste ninfe: le ninfe dei boschi e delle caverne, spesso tutt'uno con le Baccanti, furono mitologicamente le prime seguaci di Bacco, simbolo, insieme al dio, del ritorno ciclico della letizia.
    3 Sileno: uno dei satiri, precettore di Dioniso.
    4 Mida: mitico re della Frigia, che ottenne da Dioniso il potere di trasformare in oro tutto ciò che toccava.
    5 s'altri: se uno.