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          Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
          fossimo presi per incantamento1,
          e messi in un vasel2 ch'ad ogni vento3
          per mare andasse al voler vostro e mio4:
    
    5    sì che fortuna5 od altro tempo rio6
          non ci potesse dare impedimento,
          anzi, vivendo sempre in un talento7,
          di stare insieme crescesse 'l disio.
    
          E monna8 Vanna e monna Lagia poi,
    10  con quella ch'è sul numer de le trenta9,
          con noi ponesse il buono incantatore10:
    
          e quivi11 ragionar12 sempre d'amore,
          e ciascuna di lor fosse contenta,
          sì come i' credo che saremmo noi. 
    
    
    [Rime, LII]

    METRO.
    Sonetto con schema metrico ABBA ABBA CDE EDC.

    COMMENTO
    In questo sonetto il giovane Dante esalta il sodalizio con gli amici "stilnovisti", coi quali condivideva idee e aspirazioni. Rivolgendosi direttamente all'amico Guido Cavalcanti, gli esprime il suo desiderio di poter liberamente vagare per il mare su una magica navicella, e di potervi conversare d'amore con Lapo Gianni (altro loro amico e poeta) e le rispettive donne.

    PARAFRASI
    Guido, io vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incanto e posti su un vascello che, con qualunque vento [cioè nonostante il vento], andasse per il mare secondo la nostra volontà: in modo che la tempesta ["fortuna" = fortunale) o altro tempo avverso non potessero ostacolarci; anzi, vivendo sempre in una stessa volontà, il desiderio di stare insieme crescesse sempre più. E vorrei che il buon mago ponesse con noi madonna Vanna e madonna Lagia, insieme alla mia donna [cioè quella che è intorno al trentesimo posto fra le donne più belle di Firenze]: e qui [sul vascello] vorrei che parlassimo sempre d’amore, e che ciascuna di loro fosse contenta, così come credo che lo saremmo noi.

    FIGURE RETORICHE
    Possiamo segnalare le seguenti figure retoriche:
    apostrofe: "Guido" (v. 1);
    allitterazioni: della v: "vasel, vento, vostro" (vv. 3-4); della s: "stare, insieme, crescesse, disio” (v. 8); della r: "ragionar, sempre, amore" (v. 12);
    iperbati: "di stare insieme crescesse il disio" (v. 8); "con noi ponesse il buono incantatore" (v. 11);
    similitudine: "ciascuna di lor fosse contenta / sì come io credo che saremmo noi" (vv. 13-14).

    NOTE
    1 incantamento: incantesimo, magia.
    2 vasel: piccola nave.
    3 ad ogni vento: nonostante il vento
    4 al voler vostro e mio: secondo il nostro desiderio, la nostra volontà.
    5 fortuna: fortunale, tempesta.
    6 rio: avverso, malvagio.
    7 in un talento: con un unico, comune desiderio.
    8 monna: abbreviazione di "madonna", quindi "signora".
    9 sul numer de le trenta: intorno al trentesimo posto, fra le donne più belle di Firenze (Dante aveva scritto un'epistola in versi, ora perduta, che elencava le sessanta più belle donne di Firenze. La collocazione tende a celare l'identità di Beatrice, dato che ella occupava il nono posto.
    10 il buono incantatore: il buon mago.
    11 quivi: sul "vasel".
    12 ragionar: dialogare, discutere.