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          Voi che per li occhi mi passaste 'l core1
          e destaste la mente che dormia2,
          guardate a l'angosciosa vita mia,
          che sospirando la distrugge Amore.
    
      5  E' vèn tagliando di sì gran valore3,
          che’ deboletti spiriti van via:
          riman figura sol en segnoria4
          e voce alquanta, che parla dolore5.
    
          Questa vertù d'amor che m'ha disfatto
     10  da' vostr' occhi gentil' presta6 si mosse:
          un dardo mi gittò dentro dal7 fianco.
          Sì giunse ritto 'l colpo al primo tratto8,
          che l’anima tremando si riscosse
          veggendo morto 'l cor nel lato manco9.
    
    
    [Rime, BUR, Milano 1978, p. 91-12]

    METRO
    Sonetto con schema metrico ABBA ABBA CDE CDE.

    COMMENTO
    In questo sonetto Cavalcanti esprime gli effetti dolorosi e devastanti che l'amore produce nel suo animo, riprendendo un tema ampiamente presente nella tradizione precedente (dai provenzali a Guittone) e specialmente in Guido Guinizelli, di cui mutua soprattutto gli elementi dell'Amore che colpisce il cuore con una freccia e degli occhi attraverso cui si fa strada il sentimento. Il motivo è ampliato dalla teoria degli "spiriti vitali" che è tipica di Cavalcanti e influenzerà anche Dante nella "Vita nuova".

    NOTE
    1 Voi... core: tema tradizionale, della donna che coolpisce l'innamorato attraverso gli occhi.
    2 dormia: dormiva.
    3 E' vèn... valore: con tanta forza procede nella sua azione distruttiva.
    4 en segnoria: in suo dominio.
    5 parla dolore: si esprime solo in termini di dolore.
    6 presta: veloce.
    7 dentro dal: nel.
    8 Sì giunse... tratto: giunse con tal forza il colpo al primo lancio.
    9 lato manco: parte sinistra.