METRO
Ballata minore di endecasillabi, formata da una ripresa di due versi (rima YX) e cinque
strofe (rima ABABAX, con rima interna tra il primo emistichio dell'ultimo verso di ogni strofa e quello precedente; nei vv. 19-20 la rima interna è imperfetta, "basciare / abracciar").
COMMENTO
La "pastorella" è un genere aristocratico di origine provenzale, basato sull'incontro tra un cavaliere e una popolana, che si conclude con un'avventura erotica nella cornice di un bosco (il "locus amoenus" della tradizione).
Qui, al centro della ballata vi è appunto l'incontro fortuito tra un cavaliere e una popolana, in vui l'amore descritto non ha nulla a che fare con la concezione dell'amor cortese tipica del canzoniere cavalcantiano, ed è piuttosto una spensierata avventura erotica, cui fa da sfondo la bellezza del paesaggio naturalistico. La pastorella non è nobile e non ha molto della donna-angelo dello Stilnovo, anche se la sua bellezza è paragonata a una stella (v. 2) e viene descritta con gli attributi della letteratura classica, poiché è bionda (v. 3) e ha il volto roseo (v. 4), mentre i capelli ricci rimandano piuttosto alle figure femminili della poesia pastorale latina. Interessante l'uso di diminutivi affettuosi nella descrizione della donna e della scena, non estranei allo stile cavalcantiano, a cominciare da "pasturella" (e poi "biondetti", "ricciutelli", "verghetta", "freschetta").
NOTE
1 stella: stelle (con valore collettivo)
2 al mi' parere: secondo me.
3 cera rosata: incarnato roseo.
4 di tutto piacere: di bellezze d'ogni genere.
5 imantinente: subito.
6 gia: andava.
7 Sacci: Sappi.
8 pia: pigola.
9 drudo: innamorato.
10 stagione: tempo.
11 gioì pigliare: ricavare piacere.
12 dolzore: dolcezza.
13 die: dio.
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