METRO
Breve ode in quartine di settenari. Il primo verso di ogni quartina è piano e non rimato; il secondo e il terzo sono a rima baciata e piani; il quarto tronco e in rima con tutti gli ultimi versi delle altre strofe.
COMMENTO
Questa breve poesia, scritta nel 1883, appartiene alla raccolta Rime nuove (1887) e presenta la vita di un borgo maremmano nel giorno di San Martino, cioè l’11 novembre, che conclude il periodo di lavoro nei campi e coincide, in Toscana, con l'estrazione del vino dai tini.
Il ritmo spedito dei settenari e la musicalità delle rime contribuiscono a ricostruire una situazione che da meteorologica (la nebbia che, alzandosi verso i colli spogli di alberi e sfumando come pioggia, lascia campo al maestrale, vento di nord-ovest che fa infuriare il mare) diventa emotivo-esistenziale. Lo sguardo del poeta, che nelle due quartine centrali attraversa rapidamente un "borgo" non meglio identificato, allinea così particolari e dettagli (le vie del borgo, l'odore aspro del vino che ribolle nei recipienti e va a rallegrare gli animi della gente, mentre uno spiedo gira scopiettando) di una scena paesana. A ciò si aggiunge, con abile bilanciamento, il piano intimo e personale: il "cacciator" del finale (che fischiettando sull'uscio contempla il tramonto che rende rosse le nubi, e gli uccelli neri che, migrando nelle luci vespertine, assomigliano a suoi vaghi pensieri indistinti) è una chiara trasposizione dell'autore, che traduce nel paesaggio la propria intima inquietudine.
FIGURE RETORICHE
Nonostante la semplicità semantica, il testo è ricco di figure retoriche. Ad esempio:
Personificazione: "urla... il mar" (v. 4).
Allitterazioni: della "r" ai vv. 5-8: "ma per le vie del borgo / dal ribollir de' tini / va l'aspro odor dei vini / l'anime a rallegrar"; della "s" ai vv. 13-16: "tra le rossastre nubi / stormi d'uccelli neri, / com'esuli pensieri, / nel vespero migrar";
Metonimia: "ribollir de' tini" (v. 6).
Sinestesia: "aspro odor" (v. 7).
Iperbati: vv. 1-2 "agl'irti colli / piovigginando sale"; v.8 "l'anime a rallegrar"; v. 11 "sta il cacciator fischiando"; vv. 9-10 "Gira su' ceppi accesi / lo spiedo scoppiettando".
Similitudine: (vv. 14-15) "stormi d'uccelli neri, / com'esuli pensieri".
Enjambement: fra i vv. 3-4, 7-8, 11-12.
NOTE
1 irti: scoscesi, e coperti di alberi spogli (in tutta la poesia si assiste a una ricerca fonica orientata verso suoni aspri e secchi: "maestrale", "urla", "aspro odor", "rossastre", "migrar".
2 piovigginando sale: sale mista a una pioggia sottile. La prima quartina si concentra, con tocco impressionistico, sulla situazione meteorologica di San Martino, focalizzando il passaggio delle nuvole temporalesche sui colli circostanti il borgo antico.
3 maestrale: vento di nord-ovest, freddo e secco, che spesso, nelle località di mare, porta con sé forti tempeste.
4 urla e biancheggia: risuona e si infrange con una spuma bianca (per le onde e il vento). Il mare, agitato dal vento, è quasi personificato, mentre la gamma sensoriale è ampliata alle sfumature uditive e coloristiche.
5 ribollir de' tini: il fermentare del vino nelle botti. La seconda quartina, incentrata sulle attività umane all’interno del borgo, vede la prevalenza delle sensazioni olfattive.
6 aspro odor de i vini: il profumo pungente del mosto in fermentazione.
7 rallegrar: il ritmo della quartina è ascendente e segue l'atmosfera più festosa e rilassata del paese.
8 scoppiettando: le sensazioni acustiche sono quelle che caratterizzano questa terza quartina, che celebra la via sana e semplice dei piccoli borghi toscani.
9 uscio: porta di casa.
10 rossastre: (a causa del tramonto).
11 esuli: fuggenti.
12 vespero: sera, tramonto. L'ultima quartina, come bilanciando le precedenti, mette in rilievo le impressioni visive e coloristiche, nel momento del crepuscolo.
|