METRO
Versi liberi, con oscillazioni continue fra misure canoniche e ipermetrie vistose.
COMMENTO
Questa poesia racconta della lunga traversata realmente compiuta nel 1908 dal poeta per recarsi in America del Sud (Uruguay e Argentina). La sua composizione va dunque collocata fra la stessa data del viaggio e il 1914, anno della prima pubblicazione.
Il tema del viaggio ha in Campana una rilevanza ossessiva e congiunge l'instabilità psichica del poeta a una tendenza al vagabondaggio e al nomadismo. Si legga questa dichiarazione rilasciata da Campana negli ultimi anni di vita al medico Pariani, che lo seguiva durante l'internamento in manicomio: "Cominciai a viaggiare... Viaggiavo molto. Ero spinto da una specie di mania di vagabondaggio. Una specie di instabilità mi spingeva a cambiare continuamente... Andai in America perché là è più facile trovare da vivere... Facevo il suonatore di triangolo nella Marina argentina. Sono stato portiere in un circolo a Buenos Aires. Facevo tanti mestieri... Varie lingue le conoscevo bene... Viaggiando avevo delle impressioni d'arte, le scrissi..."
La poesia ha un taglio narrativo e avventuroso, ma d'altra parte appare forte la tendenza a rendere astratti e indefiniti i lineamenti del paesaggio e lo sviluppo dell'azione, fino a trasformare l'avventura in una favolosa apertura al mistero.
Il rigo e mezzo finale di puntini indica un qualcosa di "non finito" non tanto in senso poetico, quanto spaziale: nel senso che la terraferma, già lontana all'inizio del componimento, resta inattinta alla fine.
NOTE
1 Come una melodia: "melodia" è un termine che ricorre in Campana per indicare situazioni di intenso rapimento lirico.
2 d'ignota scena... una viola: i vv. 6-8 sono di difficilissima interpretazione. Probabilmente il v. 6 è da collegare dalla "terra" del v. 4, vista e sentita come "fanciulla sola" di "ignota scena": vi sarebbe così una antropomorfizzazione della terra isolata sull'orizzonte (per l'allontanamento visivo della nave) al centro di una scena prima "ignota" perché uova nella prospettiva del partente.
3 Come una melodia... una viola: tremare ancora una viola (lo strumento musicale ovviamente, ricco di vibrazioni) sulla "riva dei colli", quasi come "una melodia blu".
4 Illanguidiva?: si spegneva lentamente.
5 Pure... ale: Ciò nonostante, di tanto in tanto, moto silenzioso delle ali degli uccelli, dorate dalla luce crepuscolare.
6 Varcaron... azzurreggiare: Passarono lentamente nel cielo che diventava di un azzurre sempre più cupo.
7 Lontani... d'oro: in lontananza, varipinti e provenienti dai più remoti silenzi, gli uccelli dorati attraversarono la volta celeste.
8 cieca: avvolta dalle tenebre.
9 battendo la tenebra: percuotendo l'oscurità.
10 Coi nostri... cuori: insieme ai nostri cuori smarriti (senza più legami con la terraferma).
11 Battendo... sul mare: mentre le ali percuotevano le ali celesti sul mare.
12 gravi: lente e maestose.
13 matrone di Spagna: si tratta probabilmente di uno scalo alle Canarie, prima delle successive isole di Capo Verde.
14 torbidi e angelici: misteriosi (non limpidi) ed ingenui.
15 gravidi di vertigine: che, nel loro turgore, suscitano turbamento.
16 un'isola equatoriale: parlando col Pariani, lo stesso poeta ha chiarito trattarsi di Capo Verde.
17 ombre: figure.
18 cigolìo: rumore metallico.
19 molto... fervore: acceso ed intenso lavoro.
20 inquieto: agitato (o inquietante, perché immerso nel buio).
21 le navi... lente: sono le navi che vengono incrociate in direzione opposta.
22 sì presso.. razza nuova: assai vicina dalla coperta[della nave] ci apparve una fanciulla color bronzo della razza nuova [sudamericana].
22 si scioglievano: si inseguivano (cioè si ripetevano l'una dopo l'altra).
24 volgemmo: usato in senso assoluto: volgemmo la prua, piegammo la rotta (per entrare nell'estuario: cfr. la nota seguentge).
25 un mare giallo... fiume: un mare tinto di "giallo" per l'abbondanza dei detriti del fiume (il "fiume" è il Rio de la Plata).
26 la capitale marina: Montevideo (da collegare a "ed ecco (...) che apparve" del v. 36.
27 le alte case: perché costruite sul Cerro, l'altura che domina l'estuario del Rio del Rio de la Plata e la pianura.
28 sul mar del pirata: al Pariani il poeta spiegò: "Garibaldi, nei suoi ricordi, parla di pirati che stavano sulle coste dell'Uruguay". Si tratta però di una memoria approssimativa: infatti (come precisa Fiorenza Ceragioli nell'edizione dei Canti orfici da lei curata (Vallecchi, 1985) "Garibaldi, ricordando il suo arrivo in Uruguay, chiama sé stesso corsaro.
29 la città abbandonata: in quanto "le alte case parevan deserte" (cfr. v. 46).
30 il mare giallo: l'estuario fluviale è così vasto da poter essere chiamato "mare", e il suo colore "giallo" si contrappone
agli azzurri, verdi e bruni della costa europea della partenza..
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