METRO
Versi liberi, con rime abbasanza regolari (nella prima strofa, mentre nella seconda vi è una maggior libertà.
COMMENTO
Il poeta sta camminando per le viuzze strette e cupe di una città, e vede donne affacciarsi alla finestra. Intanto qualcuno scende dalle scale barcollando, probabilmente ubriaco, mentre dietro i vetri delle finestre altre donne spettegolano.
A un certo punto si trova in una stradina solitaria: "non c'è un cane"; ma qualche stella brilla nel cielo, rendendo bella la notte. Il poeta continua a camminare ma, nonostante la bellezza del cielo stellato, la città gli lascia un gusto amaro in bocca. Così se ne allontana e, continuando a camminare, le case si diradano pian piano, finché non trova un prato su cui si stende e si rotola, quasi come se avesse finalmente trovato la libertà, lontano dalla città e dal suo grigiore. In lontananza sente la voce di un ubriaco, che canta una serenata alla finestra della donna che vuole corteggiare.
NOTE
1 Gemme e rose: nomi comuni di popolane, in ironico contrasto con le "ciane" (vedi nota seguente) del v. 8.
2 ciane: donne pettegole e sboccate.
3 brancolando: barcollando, col tipico passo dell'ubriaco.
4 tanfo: fetore, cattivo odore.
5 come un cane: Richiama Baudelaire: "Je me coucherai sur la terre / Et je dormirai comme un chien!" ("Le vin de l'assassin", in "Les fleurs du mal").
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