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          Non so se tra roccie il tuo pallido
          Viso m'apparve, o1 sorriso
          Di lontananze ignote
          Fosti, la china eburnea
      5  Fronte fulgente2 o giovine
          Suora3 de la Gioconda4.
          O delle primavere
          Spente5, per i tuoi mitici pallori6
          O Regina o Regina adolescente:
     10  Ma per il tuo ignoto poema
          Di voluttà e di dolore
          Musica7 fanciulla esangue,
          Segnato di linea di sangue
          Nel cerchio delle labbra sinuose,
     15  Regina de la melodia8:
          Ma per il vergine capo
          Reclino, io poeta notturno
          Vegliai le stelle9 vivide nei pelaghi10 del cielo,
          Io per il tuo dolce mistero
     20  Io per il tuo divenir taciturno11.
          Non so se la fiamma pallida12
          Fu dei capelli13 il vivente
          Segno del suo pallore,
          Non so se fu un dolce vapore,
     25  Dolce sul mio dolore14,
          Sorriso di un volto notturno:
          Guardo le bianche rocce15 le mute fonti dei venti
          E l'immobilità dei firmamenti16
          E i gonfii rivi che vanno piangenti17
     30  E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti18
          E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre19 correnti
          E20 ancora ti chiamo ti chiamo Chimera21.
    
    
    [In Canti orfici, Newton Compton, 1989, pp. 53-54]

    METRO
    endecasillabi e settenari alternati senza un preciso schema di rime (ben 5 però sono consecutive, prima del verso di chiusura).

    COMMENTO
    Il testo, definito da Campana "la più vecchia ed ingenua delle mie poesie", trae ispirazione da un paesaggio montano, paragonato dall'autore al mitologico mostro della Chimera, il cui corpo era costituito da parti di animali diversi. Per estensione, il nome di questo fantastico essere è poi passato a significare tutto ciò che riguarda l'utopia o il sogno irrealizzabile.
    Nella prima parte della poesia l'autore si rivolge direttamente alla Chimera rappresentandola con varie immagini che tendono a sottolineare la dimensione mitica e fantastica di questa figura ideale. Ad esempio usa l'espressione "giovine suora de la Gioconda" per istituire un rapporto con la bellezza misteriosa dell'omonimo dipinto di Leonardo.

    NOTE
    1 o: da collegare a "fosti" del v. 4.
    2 la china... fulgente: è una costruzione tipicamente greco-latina detta "accusativo di relazione". Interpreta: con la fronte d'avorio (eburnea) splendida (fulgente), chinata.
    3 suora: sorella.
    4 Gioconda: il riferimento alla Gioconda di Leonardo da Vinci richiama più esplicitamente la figura idealizzata incarnata dalla Chimera. La Chimera è detta sorella della Gioconda perché, come la donna ritratta da Leonardo, anch'essa non presenta connotati realistici, ma misteriosi ed enigmatici.
    5 primavere spente: stagioni passate.
    6 mitici pallori: l'espressione "primavere spente / per i tuoi mitici pallori" vuol riferirsi a un passato mitico, cioè indefinito e lontano.
    7 musica: aggettivo aulico, riferito a fanciulla.
    8 Regina de la Melodia: della parola poetica (che per Campagna dev'essere musicale).
    9 ma per il vergine... le stelle: io, poeta notturno, vegliai le stelle, o musica fanciulla pallida, ma per il tuo ignoto poema caratterizzato dal piacere dalla sofferenza, ... per il tuo vergine capo inchinato... Il poeta tende qui a suggerire sensazioni e suggestioni, non a fornire una struttura logica che dia una spiegazione del simbolo.
    10 pelaghi: mari (latinismo). Le stelle brillano nella vastità del cielo.
    11 taciturno: da notare la relazione, sottolineata dalla rima con "notturno" del v. 17, che riporta al silenzio della notte come momento di ispirazione poetica.
    12 fiamma pallida: è un ossimoro. Costruisci: non so se fu segno del suo pallore la fiamma pallida dei suoi capelli.
    13 dei capelli: la Chimera è tradizionalmente rappresentata con la chioma leonina, qui ripresa dall'immagine della fiamma.
    14 dolce... dolore: è un ossimoro.
    15 rocce: grafia instabile (cfr. "roccie" del v. 1).
    16 firmamenti: cieli.
    17 rivi... piangenti: personificazione. Il poeta vuole attribuire sentimenti tristi ai ruscelli. L'atmosfera cupa è confermata dagli altri elementi quali i sostantivi immobilità e ombra e l'aggettivo algenti.
    18 algenti: latinismo: freddi glaciali.
    19 chiare ombre: altro ossimoro.
    20 e... e... e: notare l'anafora con la quale il poeta sovrappone le immagini.
    21 Chimera: se si esclude il titolo, massima retardatio nominis (ritardata rivelazione di un nome).