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          Non ho dimenticato, accanto alla città,
          La nostra bianca casa, piccola ma tranquilla,
          La sua Pomona in gesso e la vetusta Venere
          Che in un boschetto stento celavan nudità,
    5    E il sole che la sera, sfavillante e superbo,
          Dietro il vetro su cui si frangeva il suo raggio,
          Sembrava contemplare - occhio aperto sul cielo -
          Il nostro silenzioso e lungo desinare,
          Spandendo con dovizia bei riflessi di cero
    10  Sulla sobria tovaglia e le tende di seta. 
    
    
    [I fiori del male. Traduzione di Giuseppe Cirigliano]