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          Io devo confessare all'infinito
          Che sono un traditore e uno spergiuro,
          Che sono uno spregevole miscuglio
          Di stanche solitudini e speranze
    
    5    Mai ferme, mai sopite, mai legate,
          Che sono un tiremmmolla di dolori
          E crampi duri e lombosciatalgie
          Di dubbi, d'incertezze e di rumori
    
          E che sto male, qui, su questa sedia
    10  Mentre mi passa il tempo dentro e fuori,
          Che sono già un'immagine sbiadita
          Di quello che volevo o non volevo.
    
          Volevo, sì, cambiare in avventura
          Qualunque cosa mi fermasse gli occhi;
    15  Avevo il mondo in mano, ed ora vedo
          Che m'è rimasta solo questa mano.
    
          E invece il mondo va. Gira soltanto
          Per quelli che lo sanno far girare.
          Per noi non è rimasta che una sola
    20  Battaglia da sferrare all'illusione
    
          Riprenderci la bici ed i vent'anni
          E andare finchè il culo non fa male
          Ed ogni tanto, indietro, qualche sguardo
          E pedalare forte, pedalare
    
    25  E pedalare forte fino al mare
          Fermarsi, fare un bagno e rivestirsi
          Riprenderci la bici ed i vent'anni
          In culo al mondo e a chi lo fa girare.
    
    
    ["cosa" (o "bischerata" che dir si voglia) tratta da Livorno, 1997-1998]