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          Succhiava l’allegra compagnia
          dal ridondante petto
          il latte materno.
          Setole bianche cute rosa,
    5    la corpulenta scrofa,
          distesa su un fianco
          tra segale e paglia,
          l’assecondava.
          Ingombrava di traverso
    10  tutta la tiepida serena
          stalla, la premurosa:
          di qua il grugno
          oppresso dal rialzato trogolo,
          di là il ben disceso
    15  posteriore calcato sul muro.
    
          Nel nido di calore
          il maialino evirato
          dai denti tagliati
          e reciso il codino, gemette.
    20  A lui era impedito
          vincere la groppa
          e unirsi alla festa.
          Ma pronta la mamma ritrasse
          le zampe davanti distese,
    25  s’avvitò dolcemente sul tronco
          per non far male ai piccini,
          e più che poté si rizzò.
          Con grande fatica
          piegò la testa spaziosa
    30  finché la concavità
          del naso e della fronte
          concesse il varco invocato.
          Attese con rassegnazione
          e poi si ricompose,
    35  con le stesse prudenze di prima,
          per non far male ai piccini.
          Borbottò e brontolò
          e riprese a sonnecchiare. 
    
    
    [Lirica inedita di proprietà dell'autore]