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          Meravigliosa mano celata per sempre 
          da un  guanto di pelle marrone
          posò nei pressi del mio batticuore.
          Occasionale compagno di banco,
     5    nell'autunno del cinquantasei,
          conversò con l'interrogato
          additante l'Africa politica sul planisfero
          della riverita scrivania.
    
     10  Mutava leggera sui quaderni
          la stilografica laminata oro,
          Nazionale e Nazionale senza filtro,
          spegnendo talora l'ossuto del volto
          l'indulgente sorriso. Diceva 
     15  che le cose e le persone erano imperfette,
          irregolari come i libecci del Mediterraneo,
          e che neppure la scienza dei numeri
          assicurava il povero sulla certezza del resto.
          Che nei problemi la mamma al mercato
     20  era sempre ricca, diceva,
          ma questa non era la vera poesia.
          Parlava di Budapest anticomunista
          e di Fidel Castro guerrigliero, delle guerre
          vecchie e di quelle incombenti
     25  sui nostri contraddittori fronti,
          chiedendoci quale impegno, da subito,
          per non solo sopravvivere. 
    
          Ma c'incuriosiva e turbava l'attaccatura,
          saperla di legno o metallo e altre diavolerie
     30  allorché s'accendeva la capocchia fosforica del fiammifero,
          abilmente sfregata dalla mano del cuore,
          l'altra immobilizzando la scatola.
    
    
    [Lirica inedita di proprietà dell'autore]