Rimiro beato il cielo luminoso sopra di me
Respiro gioioso l'aura che tutto m'avvolge
In questo giardino di natura amena e rigogliosa
Donde Francesco sereno e penitente pregava il Cristo
5 Che a tanta umiltà e purezza d'animo gli si manifestò indelebile...
E il dubbio scuote fremente il mio cuore:
O Padre, quale scopo, quale impegno
Cui affidare il senso del nostro ex-sistere.
Forse l'instancabile volontà, il perdono sereno
10 Il dono spontaneo, l'umile ricerca del vero
Sono l'unico palpito divino
Il solo trepidante segno celeste
Santa grazia e tormentosa pena concessa all'umana natura...
Ma già è Sera e l'abissale tenebra
15 M'acceca solo e impotente
E l'infinito spazio mi si apre all'animo
Supremo anelito e incolmabile tormento per l’uomo.
Un'anima in pena, delirante saggezza, muore ora
S’offre vittima nel vuoto, nel segreto dell'abisso eterno.
[Da Riflessioni incantate, 1993]
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