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          Oh Moleskine, oh Moleskine...
          tu mi guardi etereo e navigato
          discreto e avido,
          ma arido è ora il pensiero che
      5  percorre questa tratta e
          che solca questo corpo.
    
          Bagno di folla,
          torre che nasconde il suo sole,
          incudine e martello,
    10   spazi angusti e
          tempi dilatati.
          Oh Moleskine
          il tuo tempo è segnato e
          il tuo spazio è saturo.
    15   Ne basta poca, ora,
          di inquietudine improduttiva
          per penetrarti e per colmarti.
    
          Danzatori elsinorei e depresse secessioniste
          rieccheggiano in quest'aria
    20   di fredda primavera,
          di lontana estate,
          di dichiarato dolore,
          di accarezzato amore.
    
          Il viaggio si è spezzato, e
    25   il parabrezza frantumato
          mi taglia anima e corpo
          e schegge impazzite brillano
          come i suoi occhi che,
          assassini,
    30   vomitando tempesta e sputando sofferenza,
          implorano aiuto in faccia
          a questa faccia.
    
          ... A questa faccia.
          Ma quale faccia?
    35   Che faccia rappresenta quella che
          si specchia in te, su questo treno,
          oh Moleskine,
          e non ritrova nè te nè se stessa?
    
          Gioco. Senso. Simulacro. Dolore. Scissione. Fuga.
    40   Il cerchio si chiude. Sempre.
          E io ne resto fuori.
          Resto al di qua di questo finestrino sigillato.
          E adesso...
          E adesso in questi spazi dilatati e
    45   in questi tempi angusti
          danza, liberata,
          l'angoscia
          quando secca è la sua bocca e mentre alla mia
          non è concesso che un ricordo del lievissimo sapore
    50   di quella saliva incolore, fuggevole e sua.
    
          Oh Moleskine,
          anonimo custode
          di questo piatto di niente,
          di quest'arida sostanza,
    55   di questo improbabile aedo,
          di quest'anima inclinata...
          Tu lo sai: io non conosco Aristotele
          e della medietà ne faccio un pacchetto
          e lo dono ai giusti, ai quieti.
    60   E tu lo sai: non conosco nemmeno chi torna da Cartagine e
          sai che stasera qualcuno cammina.
    
          Cammina sotto stelle riciclate,
          sotto un cielo violato,
          sopra colline che non danzano più, e cammina lontano,
    65   molto lontano da poetici, inebetiti cipressi.
    
          Oh Moleskine, oh Moleskine,
          dov'è finita la poesia,
          il fremito, l'illusione?
    
          Abiurare, impotente.
    70   Impotente, rinunciare.
    
          Questa è la poesia,
          oh Moleskine,
          che lascio a te.
          A te unico, ultimo, mio fedele, silenzioso guardiano. 
    
    
    [Lirica inedita]