Ad A. che legge i vetri
D'improvviso mi prestasti il tuo stupore e raccogliemmo l'addio di un giorno nei nostri occhi, 5 meravigliati dai profili delle idee fiammeggianti. Ti scoprii amante dei tappeti di parole, studioso attento delle onde, 10 pescatore di silenzi. Mi parlasti del mondo in musica mentre la notte inghiottiva il tempo tu, sedotto da una chitarra; trepidante, a volte come naufrago, 15 ti ascoltai parlarmi di fuochi sul mare, della prigionia dell'incerto, dell'ebbrezza della scoperta, di parole nuove in una città non più straniera, 20 della tua nostalgia. Commovente trovai la passione per la vita delle tue mani e del tuo sorriso, la tua insaziabile fame del bello. "Riempiti gli occhi" 25 mi dissi e vidi l'infinità riflessa tra i miei piedi. [Lirica inedita, marzo 2011] |
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