Appena alzato, ogni mattina,
dopo il caffè o il cappuccino,
mi recavo giù in cantina,
per portare il pasto alle galline.
5 Si chiamava Genoveffa,
e sembra quasi una strana beffa,
che scampò quella mattina,
dalla terribile e camorrista faina.
Trenta polli, due tacchini,
10 una papera e tre oche,
tutte quante morte sgozzate
nel giardino sterminate.
Nella ampia e comune fossa,
senza lamenti o alcuna mossa,
15 tutte quante trovaron posto
senza indugio e senza costo.
La faina camorrista,
la notte dopo giunse a vista,
dietro alla tenda del balcone
20 sparò un colpo di cannone.
Della faina camorrista,
il giorno dopo si perse la vista,
e nel vallone fu infin trovata
deceduta per una schioppettata.
[Lirica già pubblicata, proprietà dell'autore]
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