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          Se vivendo io muoio
          Che ne sarà di me?
          Se vincere o morire 
          Mi domanda il fluire del tempo
      5  Dovrò partire e patire
          Per gli ampi sentieri dei ricordi
          Che a dar luce e buio ai giorni
          Vittoria avranno
          A onor del vero
    10  Non accetterò sentenze
          Né sputi di alcuno che si dica santo.
          Portami sulle sponde 
          Del Rio delle Amazzoni
          Ti stupirà la mia sete di sale
    15  Arma la mia mano
          E ti stupirà la mia giustizia
          Clonerò gli infiniti pezzi
          E del morbido pelo
          Della pecora Dolly 
    20  Rivestirò il tutto
          Molti sono i giorni
          Che dovranno consumare
          I tuoi piedi   
          Finché non li impigrirà
    25  La saggezza.
          Di certo però 
          Non sarò io la tua Mecca
          T’auguro il rifiorire,
          Come in aprile, il pesco
    30  Col vigore di novelli innesti
          Purché Caronte non sia 
          Più della vita lesto
          Non oso trasgredire chi
          Giurare non mi consente
    35  Che tu lo ignori è cosa risaputa 
          Poiché  follia è nutrimento  
          Di cose sagge da demente
          E che sarà mai il tuo peccato?
          Cosa la mia lingua 
    40  Ha osato dire del tuo fare?
          Il giorno d’ogni santi 
          Cade la tua festa
          Per il dì dei defunti invece,
          Il giorno è mesto
    45  Che è, di tutta l’altra gente,
          Nascita funesta!
          Di un solo Dio 
          Ahimè ho conoscenza
          Che mi sia ignara 
    50  La tua presenza
          È a dir poco grave pecca
          Per godere vita poco mi basta
          Non credevo mai dover dubitare
          Della mano giusta che
    55  Mi pose d’attorno cose grate
          Per sollazzare ingenuamente
          I sensi tutti
          Lampi divini guizzano a
          Levigare pensieri insani
    60  D’altra natura 
          Dev’essere la tua carne 
          Poiché il mio peregrinare sulla terra
          Non toccò mai simili sembianze
          Che tu non sia della progenie d’Adamo
    65  Geniale scintilla, 
          Tardi l’appresi 
          E che d’Archimede non ho l’ingegno
          L’umiltà me l’insegna
          Ma mai credevo d’essere 
    70  Così sciocca in giovinezza
          E tanto vile nella canuta età
          Il volteggiare variopinto
          Di farfalle 
          Oblìa la mia coscienza esausta
    75  E m’accorgo della vita 
          Nella libertà  delle ali
          Paragonando il senso a quelle verità
          Che escono da bocche ebbre
          Peccato ch’io non possa dire:
    80  “indietro tutta”
          Per riprendere la scia
          Della rotta giusta.
          Con o senza vita
          La vita avanza
    85  E l’anima pare divenga  creola
          In involucro di dura cotenna
          A prova di scalpello
          E a crapulare più non
          Si adatta 
    90  Il senso della vita
          Diviene intatto giacché 
          Di lordure più non s’intride
          Non più habemus papam
          Babilonia s’è redenta
    95  Che tu ne sia consapevole o no
          Poco importa
          Di due vite sono detentrice
          E d’una sono padrona
          Di quella ne detergo il declino
    100 Onde divenga sempre più regina
          Pur se ad alcun mortale importa
          Di certo non mi duole il petto
          Poiché solo dalla Geenna
          Sortire mi preme
    105 Ché la terrena vita 
          È di pochi passi 
          E meco portare nulla posso
          L’Unto ho per amico sincero
          Seppure da me, da solo, verità
    110 Apprende
          Questa è la sola perenne gioia
          Dialogare con chi tutto sa
          Senza proferire ingannevole 
          Parola che a giustificare
    115 Ognuno s’appresta
          Delirio d’onniscienza!
          Non è follia questa?
          L’unanime aurea mediocritas
          È d’impossibile fattura
    120 Il mondo non si monda
          Se l’avidità è la sola misura
          A ingigantire  troppo la mongolfiera
          Non v’è altro risultato 
          Che un gran fragore
    125 E finire l’agognato viaggio
          In tanti cocci
          Essere bizantino poco s’addice
          Al divenire domani felice
          Se altro non domanda
    130 Che sincera bilancia
          E non adulterato profetizzare
          Di cose vane che a paragone
          Rincarano il dolore
          Di questa strana vita
    135 Non credo d’aver molto compreso
          E di questa insolita penna
          Mi pare folle
          Il risultato.
    
    
    [Lirica di proprietà dell'autrice]